Eventi avversi farmaco correlati in Terapia Intensiva Pediatrica

Secondo uno studio britannico, nelle Terapia Intensive Pediatriche inglesi sarebbero frequenti gli eventi avversi farmaco correlati e la maggior parte di essi sarebbe prevenibile con una più attenta gestione delle terapie.
Il razionale dello studio sta tanto dati presenti in letteratura quanto nei risultati di una precedente revisione, condotta dal medesimo gruppo di lavoro, che sottolineava l’esistenza di parecchi eventi avversi farmaco correlati nelle TIP inglesi, senza però discriminare tra prevenibili e non prevenibili.
Tra le altre cose, è stato calcolato che l’inglese National Health Service (NHS) spende ogni anno circa 98.5 milioni di sterline proprio per ospedalizzazioni legate a questi eventi. Da qui l’esigenza di verificare il tasso di eventi prevenibili e le aree di maggior interesse per poter studiare una strategia di miglioramento.

Questo studio prospettico è stato condotto in tre diversi ospedali: il Royal Manchester Children’s Hospital di Manchester, facente parte della Greater Manchester Mental Health NHS Foundation Trust, lo University Hospitals Bristol NHS Foundation Trust e il Birmingham Women and Children’s NHS Foundation Trust.
In tutto sono stati presi in considerazione 302 pazienti di età inferiore ai 18 anni, con una permanenza minima in Terapia Intensiva di 24 ore e una media di farmaci prescritti nel periodo di permanenza pari a 9. In tutto si parla, quindi, di 3000 farmaci.

Gli autori hanno individuato 62 eventi avversi farmaco correlati, per un tasso di incidenza di 20.5 ogni 100 pazienti: un tasso effettivamente elevato. Ognuno dei casi correlato a uno o più eventi avversi è stato quindi riesaminato da un team di esperti multidisciplinari, tra i quali anche due farmacisti clinici e un pediatra interventista, per valutarne la causalità, la prevenibilità e anche la gravità.

Gli score utilizzati in questa fase sono stati l’algoritmo Liverpool ADR Causality Assessment Tool e il National Coordinating Council for Medication Error Reporting and Prevention (NCC MERP) Classifications Index: il primo è servito per discriminare tra eventi prevenibili e casuali, mentre il secondo per stabilire la gravità dell’evento. Si è così scoperto che il 58,1% degli eventi poteva essere evitato, che il 46.8% era dovuto al tipo di farmaco prescritto e che nella maggioranza dei casi, il 67.7%, era di lieve entità. Non solo. Gli autori hanno anche definito quali sono i farmaci a maggior rischio di causare un evento farmaco correlato: quelli per il sistema nervoso centrale (22.6%), per le infezioni (20.9%) e per il sistema cardiovascolare (19.4%).
Infine, esiste una correlazione positiva tra il periodo trascorso in TIP e la probabilità di sviluppare un evento avverso: il numero da tenere in considerazione, in questo caso, è il 7… sopra questo periodo di permanenza il numero di eventi avversi sembra aumentare.

Allo studio hanno partecipato, oltre alle strutture ospedaliere indicate, ache l’Università di Manchester e la King Abdul Aziz University di Jeddah (Arabia Saudita). Sarebbe interessante capire quale sia la situazione nei nostri ospedali. Chiaramente, questa è una situazione in cui il farmacista ospedaliero può intervenire, stabilendo il modo migliore di utilizzare i vari farmaci in TIP.

(Lo studio: Alghamdi AA, Keers RN, Sutherland A, Hann M, Gray J, Mason G, Isaac RE, Ashcroft DM. Incidence and nature of adverse drug events in pediatric intensive care units: A prospective multicentre study. Br J Clin Pharmacol. 2021 Dec 8. doi: 10.1111/bcp.15150. Epub ahead of print. PMID: 34878686)

Stefania Somaré