La esketamina in forma spray nasale dà ottimi risultati nel trattamento della depressione maggiore resistente (TRD): lo rivelano i risultati dello studio di fase 3b ESCAPE-TRD presentati al 36° European College of Neuropsychopharmacology Congress.
Pubblicato sul New England Journal of Medicine, lo studio mostra, infatti, tassi di risposta e di remissione più elevati e crescenti nel tempo nelle persone che hanno ricevuto esketamina spray nasale (SN) rispetto a coloro che hanno ricevuto quetiapina a rilascio prolungato (XR). Entrambi i trattamenti, a dosaggio flessibile, sono utilizzati in combinazione con un inibitore selettivo della ricaptazione della serotonina (SSRI) o un inibitore della ricaptazione della serotonina-norepinefrina (SNRI).
Come antagonista del recettore N-metil-D-aspartato (NMDA), esketamina SN ha un meccanismo d’azione e un tipo di somministrazione diversa rispetto ad altri trattamenti approvati per la depressione: è destinato a essere autosomministrato sotto la diretta supervisione di un operatore sanitario, attraverso un dispositivo spray nasale monouso. Si tratta di un farmaco ospedaliero prodotto da Janssen di Johnson & Johnson e la decisione di prescrivelo deve essere presa da uno psichiatra.
È stato autorizzato dalla Commissione Europea nel dicembre 2019 per l’uso in combinazione con un SSRI o un SNRI in pazienti adulti con disturbo depressivo maggiore resistente al trattamento che non hanno risposto ad almeno due diversi trattamenti con antidepressivi nell’attuale episodio depressivo da moderato a grave.
Nel febbraio 2021 è stato approvato anche per l’uso in co-somministrazione con una terapia antidepressiva orale in adulti con un episodio da moderato a grave di disturbo depressivo maggiore, come trattamento acuto a breve termine, per la rapida riduzione dei sintomi depressivi che, secondo il giudizio clinico, costituiscono un’emergenza psichiatrica.
Lo studio: il tasso di remissione cresce
Lo studio ESCAPE-TRD, svolto a lungo termine in aperto, con valutatore in cieco, comparativo, randomizzato, multicentrico, internazionale, ha valutato 676 adulti di età compresa tra 18 e 74 anni con una forma di depressione resistente (TRD), randomizzati a ricevere esketamina NS (n=336) o quetiapina XR (n=340).
I risultati dimostrano come le persone alle quali è stata somministrato il farmaco spray, hanno ottenuto tassi di remissione significativamente più elevati rispetto agli adulti trattati con quetiapina a rilascio prolungato (XR), confermando, in questo modo, la superiore efficacia di esketamina SN nel raggiungere la remissione alla 8a settimana di trattamento.
La durata del periodo di trattamento è stata di massimo 32 settimane per tutti i partecipanti. Quattro le fasi dello studio: una di screening fino a 14 giorni, una di trattamento con una fase acuta di 8 settimane e una di mantenimento di 24 settimane, e un follow-up di sicurezza di 2 settimane dopo l’ultima dose dell’intervento di studio.
I risultati evidenziano che una percentuale significativamente maggiore di partecipanti nel gruppo trattato con esketamina NS rispetto al gruppo trattato con quetiapina XR, ha raggiunto la remissione definita alla 8a settimana (27,1% contro il 17,6%), con numeri in crescita alla 32° settimana (49,1% contro il 32,9% rispettivamente).
Inoltre, la maggior parte dei pazienti nel gruppo esketamina, che aveva raggiunto la remissione alla 8° settimana, non ha avuto ricadute fino alla 32° settimana (21,7% contro il 14,1% del gruppo quetiapina).
Un andamento simile a quello della remissione si è registrato nella percentuale di pazienti con una risposta al trattamento nel tempo: alla 32° settimana una risposta si è verificata nel 65,5% dei pazienti nel gruppo esketamina rispetto al 47,1% dei pazienti nel gruppo quetiapina.
Tanti malati non rispondono ai trattamenti
La depressione colpisce quasi 40 milioni di persone di tutte le età in Europa ed è una delle principali cause di disabilità a livello mondiale. Nel nostro Paese la prevalenza è del 5%, pari a circa 3 milioni di persone di cui 1 milione colpito da disturbo depressivo maggiore (MDD). Circa un terzo delle persone che soffrono di MDD non risponde al trattamento e sono considerate affette da depressione resistente.
«Il trattamento della malattia depressiva necessita di una maggiore integrazione del sistema che si occupa di salute mentale con il coinvolgimento di tutti gli attori scientifici e istituzionali, per fare squadra nell’interesse dei pazienti», afferma la dott.ssa Emi Bondi, presidente della Società Italiana di Psichiatria (SIP) e direttore del DSM dell’ASST Papa Giovanni XIII Bergamo. «Questo diviene ancor più necessario nel contesto attuale caratterizzato da un aumento dei casi di depressione e da una crescente necessità di cure ottimali e dell’ausilio di trattamenti sempre più all’avanguardia soprattutto per le forme più resistenti».
«Il disturbo depressivo maggiore ha un forte impatto sulla vita di milioni di pazienti, di coloro che se ne prendono cura e, più in generale, del sistema sanitario.
È importante per noi medici avere a disposizione sempre più strumenti validi per affrontare le varie forme, anche quelle più difficili da trattare, con cui la patologia si presenta», commenta la professoressa Silvana Galderisi, presidente della Società Italiana di Psicopatologia (SOPSI) e professore ordinario all’Università della Campania Luigi Vanvitelli.
«I risultati del nuovo studio ESCAPE-TRD, confermano l’efficacia di esketamina nel trattamento di pazienti affetti da disturbo depressivo maggiore farmaco-resistente non solo dal punto di vista del clinico ma anche da quello del paziente».