Carcinoma mammario metastatico, approvate le nuove linee guida internazionali

Dal triplo negativo all’Her2-positivo fino a quello ereditario. Le nuove linee guida della European Society for Medical Oncology, pubblicate il 19 ottobre 2021 su Annals of Oncology, riguardano diagnosi, stadiazione, trattamento di tutti i tipi di carcinoma mammario metastatico. Il documento, che include le principali novità degli ultimi anni, è stato realizzato da un gruppo di 28 esperti.

«La pubblicazione segna un importante traguardo perché traduce i risultati della ricerca in azioni concrete», ha dichiarato Giuseppe Curigliano, direttore della divisione Sviluppo di nuovi farmaci per terapie innovative dell’Istituto europeo di oncologia di Milano e presidente del comitato per la realizzazione delle linee guida.
«Le attuali linee di indirizzo sono state, infatti, progettate per integrare anche i dati più recenti, potenzialmente in grado di cambiare la pratica clinica, fornendo raccomandazioni graduate per ciascuna scelta terapeutica, in base ai livelli di evidenza disponibili».

L’importanza del team multidisciplinare

Nel testo si ribadisce anzitutto che, nonostante il carcinoma mammario metastatico sia una malattia incurabile, strategie terapeutiche appropriate consentono di ottenere miglioramenti, anche significativi, della sopravvivenza.

Attualmente lo standard di cura è costituito dalla terapia sistemica, che può essere integrata, in caso di necessità, con trattamenti loco-regionali. Da considerare anche la ri-somministrazione di farmaci utilizzati in una fase precedente, a condizione che l’intervallo libero da malattia sia di almeno 12 mesi dopo l’ultima somministrazione e che non vi siano residue tossicità.

«L’età, le comorbilità, le caratteristiche del paziente, così come le sue preferenze, devono essere valutate da un team multidisciplinare e considerate nel processo decisionale», sottolinea Curigliano. «Nei pazienti anziani, in particolare, una valutazione geriatrica può aggiungere informazioni importanti».

La gestione degli effetti collaterali

Oltre allo stato della malattia, lo specialista dovrebbe valutare a ogni visita la tossicità della terapia, anche attraverso ciò che l’assistito stesso riferisce. Come evidenzia il documento, particolare attenzione dovrebbe essere posta al rischio di effetti collaterali e alla loro incidenza in gruppi specifici di pazienti, come quelli in età avanzata o con comorbilità.

È stato dimostrato che l’educazione del paziente oncologico riguardo alla gestione degli effetti avversi aiuta ad alleviarli, migliorando così la qualità di vita. Inoltre, la riduzione e il ritardo della dose di farmaco sono strategie che si sono rivelate efficaci per gestire la tossicità nella malattia avanzata.

Cure palliative

Grande attenzione viene riservata, nelle nuove linee guida, alle cure palliative, che dovrebbero essere proposte precocemente in ambito sia ospedaliero sia ambulatoriale. Oltre al miglior trattamento disponibile, ai pazienti con metastasi in varie sedi corporee dovrebbero, infatti, essere offerti anche un controllo ottimale dei sintomi e un supporto psicologico, sociale, spirituale.

«In questa fase, devono essere gestiti molti elementi, tra cui dolore, dispnea, cachessia, affaticamento, depressione, ansia», chiarisce Curigliano. «Una buona comunicazione tra operatori sanitari, paziente, famigliari è, quindi, fondamentale per comprendere gli obiettivi del trattamento».

Algoritmi sul web e linee guida asiatiche

Dopo la divulgazione del documento, l’impegno degli esperti dell’European Society for Medical Oncology continua. Nel prossimo futuro verrà, infatti, pubblicato sul sito web della società scientifica uno strumento interattivo che consentirà ai medici di accedere ad algoritmi di trattamento, materiali e aggiornamenti.

Nel 2022 verranno, inoltre, rese pubbliche le linee guida per il carcinoma mammario metastatico adattate per l’Asia, tenendo conto delle caratteristiche etniche e socioeconomiche della popolazione, con l’obiettivo di fornire ai professionisti un documento per ottimizzare l’assistenza nel loro contesto di riferimento.

Paola Arosio