Antibiotici in Terapia Intensiva, una survey internazionale

Importante valutare l’uso degli antibiotici in setting emergenziali, dove la loro efficacia va assolutamente preservata per dare speranza di guarigione ai pazienti.

L’ultimo studio di valutazione globale dell’effettivo uso degli antibiotici in ambito di Terapia Intensiva risale al 2015, quando un team di ricerca inviò un questionario a professionisti sanitari operanti in varie parti del mondo chiedendo quali tipi di antibiotici utilizzassero e in quale dosaggio. La risposta fu abbastanza alta: 402 professionisti afferenti a 328 diversi Ospedali in 53 Paesi. Nel 78% dei casi, impegnati in Terapia Intensiva.

Nel frattempo, molto è stato fatto per rendere l’uso degli antibiotici sempre più appropriato, soprattutto alla luce della diffusione delle antibiotico-resistenze e multi-resistenze. È quindi interessante valutare quale sia, a oggi, l’uso professionale di antibiotici in Terapia Intensiva e se i vari programmi di antimicrobial stewardship abbiamo prodotto dei cambiamenti.

La nuova survey di ESICM ed ESCMID

I coordinatori nazionali della Società Europea di Medicina Intensiva (ESICM) e il Gruppo di Studio della Società Europea di Microbiologia Clinica e Malattie Infettive (ESCMID) per i pazienti critici di III livello hanno quindi prodotto un nuovo studio.
Ancora una volta lo strumento scelto è un questionario distribuito dalle societò professionali e dalle reti cliniche agli specialisti.

Obiettivo, capire l’uso della vancomicina, piperacillina/tazobactam, meropenem e aminoglicosidi in termini di dosaggi, somministrazioni e monitoraggio. I team hanno ricevuto in tutto 538 risposte, nel 71% dei casi da medici e nel restante 29% da farmacisti.
409 gli ospedali coinvolti, sparsi in 45 Paesi.

Si osserva che la vancomicina viene ancora somministrata principalmente con infusioni intermittenti. Nel 74% dei casi gli specialisti decisono di partire da una dose di carico che viene poi ridotta: questa è di 25 mg/kg per infusioni intermittenti e di 20 mg/kg per infusioni continue.

Piperacillina/tazobactam e meropenem vengono invece per lo più somministrati come infusione continua. Per quanto riguarda il monitoraggio, questa viene effettuata nel 90% dei casi per la vancomicina, nell’82% dei casi per gli aminoglicosidi, nel 43% dei casi per la piperacillina/tazobactam e solo nel 39% dei casi per il meropenem. Da evidenziare che questo monitoraggio viene condotto più frequentemente nei Paesi ad alto reddito, anche perché dotati della tecnologia adeguata.

Uso della tecnologia per dosare gli antibiotici ancora basso

Interessante osservare anche che solo l’11% degli specialisti che ha fornito risposte alla survey utilizza software in grado di guidare il dosaggio in modo paziente specifico, affidandosi probabilmente all’esperienza. Software di dosaggio sono usati per lo più quando l’antibiotico in utilizzo è la vancomicina.

Nel complesso, l’uso degli antibiotici in Terapia Intensiva è cambiato dall’ultima survey, seguendo l’avanzamento delle Linee Guida internazionali. Secondo gli autori servono comunque ulteriori studi per valutare le varie strategie di dosaggio sugli outcome del paziente.

(Lo studio: Williams PG, Tabah A, Cotta MO, Sandaradura I, Kanji S, Scheetz MH, Imani S, Elhadi M, Luque-Pardos S, Schellack N, Sanches C, Timsit JF, Xie J, Farkas A, Wilks K, Roberts JA; National Coordinators on behalf of the European Society of Intensive Care Medicine (ESICM) and the European Society of Clinical Microbiology and Infectious Diseases (ESCMID) Study Group for Infections in Critically Ill Patients [ESGCIP]. International survey of antibiotic dosing and monitoring in adult intensive care units. Crit Care. 2023 Jun 19;27(1):241. doi: 10.1186/s13054-023-04527-1. PMID: 37331935; PMCID: PMC10278304)