Valutazione dell’impatto del farmacista sugli errori di prescrizione in Terapia Intensiva

Il beneficio di avere un farmacista clinico nell’Unità di Terapia Intensiva è stato dimostrato da numerosi studi internazionali, che hanno evidenziato riduzioni degli errori terapeutici, degli eventi avversi prevenibili e dei costi dei farmaci, nonché miglioramenti di outcome clinici quali durata della degenza (lenght of stay, LOS) in Terapia Intensiva e mortalità.

Tuttavia, vi è la necessità di ulteriori evidenze riguardo l’impatto del farmacista clinico sui tassi di errori terapeutici nell’unità di terapia intensiva come outcome di sicurezza del paziente.

Background

La maggior parte degli studi presentano risultati descrittivi o rapportano gli errori terapeutici rilevati ai giorni monitorati dei pazienti e non alla quantità di terapie prescritte. Occorrono miglioramenti metodologici per generare risultati più conclusivi.

Inoltre, in Germania dati validi sull’incidenza complessiva degli errori terapeutici e il numero, l’impatto e l’accettazione degli interventi farmaceutici nell’unità di terapia intensiva sono limitati.

Scopo

Il presente studio controllato interventistico analizza il beneficio di inserire un farmacista clinico nel team di Terapia Intensiva, nonché l’impatto sul tasso degli errori di prescrizione (prescribing errors, PE).
Il nuovo approccio del presente lavoro è stato quello di generare dati validi sui tassi di PE rapportati alle terapie monitorati come outcome di sicurezza del paziente. Inoltre, per generare risultati clinicamente rilevanti, tutti i PE identificati sono stati confermati da un medico prima di essere inclusi.

Materiali e metodi

Kessemeier e colleghi hanno uno studio interventistico controllato condotto in un’unità chirurgica di terapia intensiva (12 posti letto) in un ospedale terziario a Kassel, in Germania.

Lo studio è stato diviso in quattro fasi:

  • P0 – fase di controllo: i dati sono stati raccolti in maniera retrospettiva. Il farmacista clinico ha esaminato tutte le cartelle cliniche dei pazienti inclusi per identificare PE commessi nei giorni feriali.
  • Fase di valutazione: tutti i PE rilevati sono stati valutati per l’inclusione dal farmacista clinico in collaborazione con il primario del reparto di anestesia. In assenza di un consenso, esperti esterni sono stati consultati.
  • P1 – fase d’intervento 1: due farmacisti clinici presenti in reparto nei giorni feriali hanno analizzato le cartelle cliniche, raccolto i dati, e fornito informazioni sui farmaci e gli standard di cura (SOP) interni. Le informazioni relative ai pazienti sono state ottenute attraverso gli ordini di farmaci, i risultati di laboratorio e le cartelle cliniche. Durante la revisione delle prescrizioni, è stata posta particolare attenzione all’adesione agli standard di cura interni, agli aggiustamenti del dosaggio, documentazione, indicazioni, controindicazioni, interazioni e continuazione delle terapie necessarie a lungo termine. Tutti i PE sono stati documentati e discussi con il medico responsabile di reparto per l’inclusione e, settimanalmente, con i medici di reparto a fini didattici. Inoltre, per garantire un apprendimento continuo, i farmacisti clinici hanno inviato settimanalmente una mail a ogni medico del dipartimento con i risultati della revisione effettuata e relative spiegazioni.
  • P2- fase d’intervento 2: in aggiunta all’attività precedentemente descritta, un farmacista clinico è stato inserito nello staff del giro visita giornaliero, ottenendo maggiori informazioni riguardo i pazienti, quali chirurgie pianificate, interventi terapeutici, risultati radiologici.

Sono stati inclusi pazienti adulti, degenti in ICS per almeno 24 ore. Se i pazienti sono stati riammessi in reparto dopo 72 ore dalla dimissione, sono stati considerati come nuovi casi. Sono stati esclusi pazienti con documentazione incompleta e i pazienti ammessi per monitoraggio o cure palliative.

Come outcome primario è stato considerato il numero di PE rilevati correlati ai farmaci monitorati, mentre come outcome secondari sono stati considerati il numero di PE classificati come potenzialmente gravi e il numero di giorni monitorati senza terapia sistemica antinfettiva. Infine, è stata effettuata un’analisi descrittiva in merito ai motivi, l’accettazione e le misure risultanti dagli interventi dei farmacisti clinici.

Risultati

Durante il periodo di studio, 621 pazienti sono stati ammessi nell’unità chirurgica di terapia intensiva, di cui 336 sono stati inclusi. Le popolazioni delle tre fasi di studio sono risultate omogenee con caratteristiche demografiche e cliniche simili.

Sono state riscontrate differenze nel numero di giorni con ventilazione meccanica invasiva e numero di giorni con ventilazione meccanica. Sono state registrate percentuali di PE significativamente inferiori nelle fasi P1 (5,13%) e P2 (3,25%) rispetto alla fase P0 (14,12%, p < 0,001). Il tasso di PE calcolato su 1000 monitored patient days è stato di 1986, 772 e 479 per P0, P1 e P2, rispettivamente.

I tassi totali di PE potenzialmente gravi correlati ai farmaci monitorati sono risultati essere di 9,87% in P0, 3,11% in P1, e 1,84% in P2. Per quanto riguarda il numero di giorni monitorati senza terapia sistemica per paziente, non sono state rilevate differenze per le tre fasi. Considerando il numero totale di giorni senza terapia sistemica antiinfettiva rapportato al numero totale di monitored patient days, è stata riscontrato un numero significativamente maggiore nella fase P1 rispetto alla fase P0 (p < 0,001).

Take home message

Gli interventi dei farmacisti clinici hanno portato a una significativa riduzione degli errori di prescrizione nell’unità chirurgica terapia intensiva, contribuendo a un processo di trattamento più sicuro. La partecipazione quotidiana dei farmacisti clinici alle attività di reparto ha ridotto l’incidenza di PE potenzialmente gravi.

Articolo recensito
A new approach on assessing clinical pharmacists’ impact on prescribing errors in a surgical intensive care unit. Int J Clin Pharm. 2019 Jul 22.

Autori
Kessemeier N, Meyn D, Hoeckel M, Reitze J, Culmsee C, Tryba M.

PubMed link: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31332648

Bibliografia

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