Resistenza agli antibiotici, un gruppo di lavoro nazionale

L’Italia ha registrato, insieme a Estonia, Grecia, Ungheria, Lettonia, Malta, Portogallo, un aumento del consumo di antibiotici in ambito ospedaliero, detenendo, insieme alla Grecia, il primato per diffusione di germi resistenti.
Lo ha affermato il report dell’ECDC – Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, pubblicato a novembre 2021 e relativo al 2020.

Una tendenza al rialzo confermata anche dal recente rapporto dell’Istituto Superiore di SanitĂ , che ha sottolineato che lo scorso anno le percentuali di resistenza alle principali classi di antibiotici per gli otto patogeni sotto sorveglianza, ovvero Staphylococcus aureus, Streptococcus pneumoniae, Enterococcus faecalis, Enterococcus faecium, Escherichia coli, Klebsiella pneumoniae, Pseudomonas aeruginosa, Acinetobacter species, si sono mantenute elevate.

Il team Opera per favorire l’appropriatezza

Di fronte a questi dati, in occasione del 18 novembre, data in cui si celebra la Giornata europea degli antibiotici, il cui slogan quest’anno è «Diffondi la consapevolezza, ferma la resistenza agli antibiotici», l’Agenzia italiana del farmaco ha attivato un gruppo di lavoro chiamato Opera (Ottimizzazione della prescrizione antibiotica) con il compito di favorire l’impiego appropriato di questi farmaci per preservarne l’efficacia e ridurre l’insorgenza di resistenze.
Un’ottimizzazione che appare urgente soprattutto nel corso della pandemia, quando le infezioni si rincorrono.

Esperti a raccolta

Il team, coordinato da Evelina Tacconelli, professore ordinario di malattie infettive all’Università di Verona e direttore della clinica di Malattie infettive dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata della medesima città, annovera tra i suoi componenti i maggiori esperti del settore, come Massimo Antonelli, Andrea Gori, Paolo Antonio Grossi, Raffaele Iandolo, Carlo Manfredi, Stefania Stefani, Mario Tumbarello, Pierluigi Viale.

Dal monitoraggio alla ricerca

Il programma include varie iniziative con obiettivi raggiungibili nel breve (6-12 mesi) e nel lungo periodo (3-5 anni). In particolare, nel breve termine sono previsti lo sviluppo di raccomandazioni basate sulle migliori evidenze scientifiche, rivolte sia ai clinici ospedalieri sia ai medici di medicina generale, e il rafforzamento dei sistemi di monitoraggio degli antibiotici.

Nel lungo termine dovranno, invece, essere sviluppate azioni sinergiche, che vanno dalle campagne per sensibilizzare la popolazione all’organizzazione di un network di centri di eccellenza per supportare le attività di formazione e ricerca.

L’impegno dell’ente regolatorio

«Consapevole dell’importanza di questi interventi, l’agenzia è determinata a fornire il massimo supporto scientifico a prescrittori, operatori sanitari, cittadini e decisori politici per diffondere la cultura dell’uso responsabile degli antibiotici, che deve essere un impegno e un dovere di tutti», dichiara Nicola Magrini, direttore dell’ente regolatorio.

«Il problema dell’antibioticoresistenza è, infatti, cruciale sia per la sanità umana e veterinaria sia per l’ecosistema nel suo complesso e per combatterlo occorre una strategia condivisa a tutti i livelli. Una sfida globale che richiede una risposta globale».

Paola Arosio