Tubercolosi: pubblicato il Report 2024 dell’OMS

A causa della carenza di fondi e investimenti, quasi tutti gli obiettivi prefissati dalla strategia OMS per il 2025 e il 2027 sono ancora lontani dall’essere raggiunti.

Come ogni anno, l’OMS ha pubblicato il Global Tuberculosis Report. L’edizione 2024 pone l’accento in particolare sul ruolo sempre più importante del Mycobacterium tuberculosis nel mondo.

Esso sembra riprendersi un vecchio primato, quello di principale killer infettivo. Tereza Kasaeva, direttore del Global Tuberculosis Programme dell’OMS, sottolinea alcune delle sfide che i Paesi sono chiamati a risolvere per evitare che la tubercolosi torni a fare paura: “carenza di fondi, oneri finanziari catastrofici per molte delle famiglie colpite dalla tubercolosi, conflitti, cambiamenti climatici, migrazioni e pandemie”.

I Paesi più ricchi non possono ritenersi al sicuro, perché il Mycobacterium tuberculosis è uno dei principali driver di resistenza antimicrobica del mondo, quindi un pericolo per tutti. Vediamo quindi alcuni dei dati contenuti nel report.

Tubercolosi, tra obiettivi sperati e risultati ottenuti

La tubercolosi si conferma come patologia presente soprattutto in Paesi noti, definiti quindi ad alto rischio, dove vive quasi il 90% dei soggetti infettati. Approfondendo, si individuano cinque Paesi che contano per il 56% di tutti i casi: India (26%), Indonesia (10%), Cina (6.8%), Filippine (6.8%) e Pakistan (6.3%). Tuttavia, ciò che maggiormente colpisce del Report è la chiara difficoltà degli Stati coinvolti a raggiungere gli obiettivi fissati dalla WHO per eradicare il battere una volta per tutte.

La strategia OMS prevede il raggiungimento di tre obiettivi entro il 2025, tutti con il 2015 come punto di riferimento: riduzione dell’incidenza della malattia del 50%; riduzione del numero di morti del 75%; crisi economiche famigliari dovute da tubercolosi portate a 0. Nessuno di questi obiettivi è vicino al successo.

Attualmente l’incidenza è ridotta solo dell’8,3%, mentre il tasso di mortalità è calato solo del 23%. Inoltre, il 50% delle famiglie con membri infetti rischia ancora il disastro economico, perché costrette a pagare di tasca propria le terapie.
Non va meglio con gli obiettivi fissati per il 2027! Per fare degli esempi, solo il 48% dei pazienti infetti viene sottoposto a test diagnostico rapido, come suggerito dall’OMS, mentre l’idea sarebbe di arrivare al 100%.

O, ancora, la copertura della tracciatura tra i contatti di pazienti infetti ha raggiunto solo il 56% tra i pazienti sieropositivi e il 21% nei sistemi famigliari: entrambi gli obiettivi sono prefissati al 90%. Va meglio con la copertura del trattamento anti-tubercolosi per i pazienti con diagnosi, arrivata al 75% e prefissata al 90%. Il report fa poi una analisi rispetto ai fondi per la ricerca e alla definizione di un vaccino contro la tubercolosi.

Attualmente la spesa per la ricerca si aggira intorno al miliardo di dollari l’anno, mentre l’atteso sarebbe di 5 miliardi… e per quanto riguarda i vaccini, attualmente sono 6 gli studi di fase III in corso: l’obiettivo è di poterne lanciare almeno uno entro il 2027.

La tubercolosi farmaco-resistente

C’è un altro punto particolarmente importante per la sanità pubblica evidenziato dal Report 2024: solo il 44% dei pazienti affetti da tubercolosi farmaco-resistente è stato trattato nel 2023, in alcuni casi multi-resistenti e altre resistenti alla rifampicina.

Un problema non da poco, se si considera che il Mycobacterium tuberculosis è uno dei principali vettori di farmacoresistenza. Tuttavia, il report sottolinea anche che il 68% dei pazienti con tubercolosi resistente ha ricevuto un trattamento, percentuale in crescita rispetto al passato.

Il problema principale è la carenza di fondi destinati alla ricerca, che rallenta l’individuazione di nuovi antibiotici e la definizione di vaccini ad hoc. Secondo il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, è necessario lavorare insieme per riuscire a fermare questo antico killer.

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