Un ulteriore passo avanti verso il via libera in Europa, atteso per la fine del 2021, di sacituzumab govitecan. Il 21 ottobre il Comitato per i medicinali per uso umano dell’Agenzia europea per i medicinali ha, infatti, espresso parere favorevole sulla molecola per il trattamento in seconda linea di pazienti con carcinoma mammario triplo negativo metastatico.
Già approvato oltreoceano
Un’opinione positiva preceduta da alcune approvazioni negli Usa. Nell’aprile 2020 era, infatti, giunto un’approvazione accelerata da parte della FDA sulla base di uno studio di fase 1-2 a braccio singolo, in cui era stato osservato un tasso di risposta del 33%.
Il 7 aprile 2021 è poi arrivato il semaforo verde definitivo sulla base dello studio randomizzato di fase 3 Ascent, pubblicato su The New England Journal of Medicine e condotto tra il 2017 e il 2020 su 529 pazienti in 230 centri. Proprio su quest’ultima ricerca si è fondato anche il parere formulato dal Comitato.
I risultati dello studio
In particolare, i partecipanti alla sperimentazione sono stati suddivisi in due gruppi. Uno ha ricevuto sacituzumab govitecan il primo e l’ottavo giorno ogni 21 giorni tramite infusione endovenosa lenta, l’altro la chemioterapia a singolo agente (eribulina, capecitabina, gemcitabina o vinorelbina).
Ebbene, il primo gruppo ha mostrato una riduzione del 57% del rischio di peggioramento della malattia o di morte rispetto al secondo, oltre a una sopravvivenza libera da progressione di 4,8 mesi rispetto agli 1,7 osservati nel gruppo trattato con chemioterapia.
Inoltre, la molecola ha ridotto il rischio di morte del 49% e ha aumentato la sopravvivenza globale mediana a 11,8 mesi rispetto ai 6,9 ottenibili con la tradizionale chemioterapia. Tra le reazioni avverse più comuni del nuovo farmaco, sono state annoverate soprattutto neutropenia (49,5%), leucopenia (12%), diarrea (10,7%), anemia (10,1%), neutropenia febbrile (6,6%), affaticamento (5,2%), ipofosfatemia (5,2%), nausea (4,1%), vomito (3%).
Un coniugato anticorpo-farmaco
A fornire alcune specificazioni su sacituzumab govitecan è Heather McArthur, direttore clinico del Programma Cancro al seno della University of Texas-Southwestern Medical Center di Dallas: «il nuovo farmaco è composto da un anticorpo umanizzato diretto contro l’antigene di superficie cellulare del trofoblasto 2 (Trop-2) e da SN-38, metabolita attivo dell’irinotecano e inibitore della topoisomerasi I.
La frazione anticorpale si lega a Trop-2 e il rilascio di SN-38 innesca l’apoptosi».
Verso un nuovo standard terapeutico
Un’arma in più per contrastare il carcinoma mammario triplo negativo, una definizione che descrive l’assenza o la carenza di tre elementi chiave, ovvero recettori degli estrogeni, recettori del progesterone, Her2.
«Si tratta pertanto di un tumore non responsivo alla terapia ormonale e ai farmaci che prendono di mira Her2», osserva McArthur, «il cui tasso di sopravvivenza a cinque anni è del 12%. Una percentuale molto ridotta, spesso accompagnata anche da una significativa diminuzione della qualità della vita. Per questo sacituzumab govitecan, che ha mostrato risultati clinicamente significativi, potrebbe essere indicato come nuovo standard terapeutico per questo tipo di carcinoma in fase avanzata».
Paola Arosio