Tipica dell’anziano, la leucemia linfatica cronica interessa ogni anno quasi 2800 nuovi pazienti, per lo più soggetti dai 70 anni in su, avendo nella maggioranza dei casi un percorso indolente che non richiede terapie immediate, ma semmai un approccio “watch and wait”. Una parte di pazienti, tuttavia, presenta forme più aggressive e refrattarie alle terapie tradizionali. Tali forme si associano spesso alla mutazione p53.
Le forme indolenti e quelle aggressive richiedono percorsi terapeutici differenti, per le seconde ancora in fase di definizione. Un team di ricerca composto da ricercatori dell’IFOM e dell’Istituto Nazionale dei Tumori ha di recente studiato una combinazione di “dieta mima digiuno” e farmaci mirati per il trattamento delle forme aggressive di LLC, pubblicandone i risultati su Cancer Research.
La “dieta mima digiuno” da sola non basta
Quando si parla della LLC aggressiva i comuni chemioterapici non hanno grande efficacia; per questo, negli ultimi anni si stanno sviluppando nuovi farmaci mirati, tra i quali sembra promettente il bortezomib.
Contestualmente, da anni si studia l’impatto dell’alimentazione e del digiuno sullo sviluppo tumorale. L’idea è di fornire meno risorse alimentari al tumore, contrastandone così la crescita. Se si applica questo approccio a topi affetti da LLC si può osservare una riduzione di linfociti tumorali, ma non la loro eliminazione.
«Abbiamo notato che utilizzando la dieta mima digiuno o il digiuno come unico intervento si ottiene, sì, un rallentamento nella progressione tumorale ma le cellule tumorali continuano comunque a crescere piuttosto rapidamente.
Pertanto – spiega la ricercatrice Franca Raucci dell’IFOM, prima autrice dello studio – abbiamo combinato cicli di dieta mima digiuno o di digiuno con due farmaci mirati, il bortezomib e il rituximab, ottenendo un forte potenziamento dell’effetto dei cicli di dieta contro la patologia».
Lo studio in uomo
L’efficacia della “dieta mima digiuno” è stata verificata per lo più su topi, ma nel lavoro pubblicato di recente si riportano anche due casi clinici reali di pazienti che, sottoposti a 8 cicli, hanno ottenuto dei miglioramenti nella progressione tumorale.
Recenti evidenze sottolineano, però, come a fronte di un iniziale sofferenza da parte del tumore per la riduzione delle sostanze nutritive in arrivo, si verifica poi una fase di adattamento che consente al tumore di tornare a crescere. In alcune forme tumorali, presentandosi anche più aggressivo di prima.
Ecco, quindi, che i ricercatori hanno effettuato studi in vitro e in vivo su topo per valutare l’efficacia della combinazione sopra proposta. Hanno così verificato che l’uso combinato di dieta e farmaci agisce sulle vie di fuga normalmente messe in atto dal tumore durante il digiuno, si ha così un aumento dell’apoptosi tumorale, con miglioramento della sopravvivenza dei topi.
I risultati sono promettenti, ma occorre confermarli a livello clinico su ampie casistiche. L’intento è anche di realizzare un percorso terapeutico che abbia meno effetti collaterali sui pazienti più fragili.
Studio: Raucci F, Vernieri C, Di Tano M, Ligorio F, Blaževitš O, Lazzeri S, Shmahala A, Fragale G, Salvadori G, Varano G, Casola S, Buono R, Visco E, de Braud F, Longo VD. Cyclic Fasting-Mimicking Diet Plus Bortezomib and Rituximab Is an Effective Treatment for Chronic Lymphocytic Leukemia. Cancer Res. 2024 Apr 1;84(7):1133-1148.