Sono definiti la terza via dell’oncologia, a fianco della pratica clinica e degli studi clinici: i Molecular Tumor Board (MTB) sono uno strumento terapeutico, prezioso per selezionare nuove opportunità di cura, spesso off label, per pazienti oncologici con malattia avanzata o refrattaria a plurimi trattamenti standard.
Un valore, quello dei MTB, che va oltre la pratica clinica: uno studio condotto dell’IRCCS Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma, pubblicato su Journal of Translational Medicine, mostra che i MTB rappresentano per il presente e per il futuro un efficace modello di approccio al paziente in grado di rispondere anche alle richieste sfidanti di sostenibilità del sistema e di farmacoeconomia, sottolineando l’importanza di istituzionalizzare una rete di MTB su tutto il territorio nazionale ed europeo.
Ruolo e attività del MTB
Composto da un team multidisciplinare di medici specialisti, quali oncologi, ematologi, patologi, genetisti, bioinformatici, e altre figure professionali essenziali per la somministrazione di terapie innovative al paziente con tumore come data manager, farmacologi, farmacisti e infermieri di ricerca, ha il compito – prevalentemente in contesti di criticità – di assegnare terapie personalizzate in maniera innovativa.
Grazie a moderne tecnologie che hanno consentito il sequenziamento massivo del tumore, noto anche come NGS (Next Generation Sequencing), il MTB identifica le alterazioni azionabili, quelle cioè che, costituendo una sorta di tallone di Achille del tumore, possono rappresentare un potenziale ed efficace bersaglio per uno farmaco specifico.
Farmaci che, tuttavia, possono essere usati in un numero limitato di tumori; pertanto, è prerogativa del MTB selezionare la rosa di candidati con maggiori probabilità di efficacia ed efficienza in un determinato paziente e sulla base di evidenze scientifiche e cliniche, raccomandarne l’uso fuori indicazione (off label), ovverosia con indicazione diversa da quella all’origine, in una sempre più vasta tipologia di tumori, purché le alterazioni molecolari bersaglio siano cercate minuziosamente.
In caso di parere positivo da parte del paziente, firmato un consenso informato, il paziente potrà ricevere il farmaco e tutte le cure necessarie gratuitamente. L’azione del farmaco sul suo bersaglio molecolare viene poi annotata dal MTB in forma anonima e condivisa in apposite piattaforme online affinché i farmaci più efficaci trovino più rapida applicazione in un numero sempre maggiore di tumori.
Il take home message è importante: curando un singolo paziente, il MTB esplora nuove opzioni di trattamento per tutta la popolazione oncologica.
Il valore dell’approccio con MTB
È di assoluta rilevanza: le prime evidenze dello studio di IRE, condotto su 124 pazienti in progressione clinica durante l’ultima terapia in indicazione, attestano che il lavoro del MTB ha favorito nell’80% di essi una efficace risposta al trattamento con terapie off label: parziale nel 42% dei casi e di stabilizzazione della malattia nel 37%.
Oltre alla risposta clinica, dallo studio sono emerse altre importanti indicazioni: la classificazione inziale dei pazienti, suddivisi in tre sottogruppi a seconda dell’intensità della profilazione molecolare applicabile, ha fatto rilevare che una profilazione ancora più accurata, permette di identificare nuove vulnerabilità dei tumori e, dunque, assegnare ulteriori terapie: vantaggio di cui potrebbero giovarsi, secondo i dati dello studio, tra il 22 e il 66% dei pazienti.
«Il ruolo dei MTB è di importanza strategica, in relazione a diversi fattori: un aumento esponenziale, in questi ultimi anni, delle opportunità terapeutiche per i pazienti oncologici con malattia avanzata», spiega Gennaro Ciliberto, direttore scientifico dell’IRCCS Istituto Nazionale Tumori Regina Elena, «rese possibili dalla migliore conoscenza delle basi molecolari che caratterizzano i tumori e della loro evoluzione nel tempo, dal sequenziamento massivo del DNA, ovvero del NGS, e dal sensibile incremento di farmaci bersaglio verso le mutazioni driver, quelle cioè che guidano la progressione tumorale in quanto si verificano in punti chiave di geni responsabili di malattia.
Pertanto,
un paziente con malattia avanzata, per esempio con tumore alla mammella con una mutazione driver rara tumore-specifica, oggi potrebbe essere trattato con un farmaco off label, già approvato e in commercio per quella stessa mutazione genica ma in altri tipi di tumori dove può essere più frequente ottenendo beneficio terapeutico».
Un’opportunità da implementare
C’è una difficoltà da superare, evidenziata dallo studio: l’accessibilità. Si rileva che solo una parte dei pazienti eleggibili per il trattamento, pari al 56%, quindi 22/39, ha potuto ricevere la terapia raccomandata dal MTB IRE, a causa principalmente di limitazioni a entrare a far parte di studi clinici, perché spesso lontani geograficamente dal luogo di cura e/o per le lunghe procedure di accesso ai farmaci off label.
Occorre pertanto che i MTB facciano rete, cooperino in stretta e sinergica collaborazione, e non con iniziative singole; prime esperienze di rete si stanno instaurando a livello italiano ed europeo al fine di condividere su larga scala competenze, dati clinici, risorse, opportunità di cura.
«Avere accesso a casistiche condivise», prosegue Ciliberto, «è fondamentale in ambito di MTB, dove le raccomandazioni terapeutiche si applicano a nicchie di pazienti con caratteristiche molto particolari. Sono pertanto da ritenersi una realtà insostituibile per pazienti oncologici non approcciabili per le vie classiche dell’oncologia».
«I MTB», conclude Patrizio Giacomini, responsabile del Clinical Trial Center dell’IRCCS e membro del MTB, «si distinguono da altri organismi clinici multidisciplinari per favorire l’oncologia di precisione e per il ruolo guida e di anticipazione di scenari futuri.
Sono un osservatorio importante che consentirà di arrivare preparati alle sfide dei prossimi anni, economiche, ma soprattutto di sostenibilità e di equità del modello di cura: due imperativi deontologici per il nostro sistema sanitario.
Obiettivo è portare cure di eccellenza gratuite alla portata di tutti i nostri pazienti e di tutti i cittadini italiani ed europei».
(Fonte: Giacomini P, Valenti F, Allegretti M et al. The Molecular Tumor Board of the Regina Elena National Cancer Institute: from accrual to treatment in real-world. Journal of Translational Medicine, 2023, 21(1):725. Doi: 10.1186/s12967-023-04595-5)