Potranno utilizzarlo donne con carcinoma in stadio avanzato o metastatico con mutazione attivante ESR1, presenti nel 40% dei casi.
Tra gli strumenti in mano agli oncologi per trattare il carcinoma al seno c’è anche la terapia endocrina, dedicata alle forme con recettori ormonali positivi.
Purtroppo, anche questa cura non è infallibile: per esempio, non funziona bene nelle forme con mutazione ESR1, capace di rendere le cellule tumorali più resistenti alla terapia endocrina standard.
Si tratta di una mutazione acquisita, che si sviluppa proprio con l’uso della terapia endocrina tradizionale.
Per ovviare a questo problema, che interessa circa il 40% delle donne e degli uomini con carcinoma mammario ER+ e HER2-, è stata ideata una nuova molecola, elacestrant.
Il farmaco ha ricevuto parere positivo nel luglio 2023 da parte del Medicinal Products for Human Use (CHMP) dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA), a seguito del quale è arrivata anche l’approvazione da parte della Commissione Europea per l’uso in monoterapia.
I dati dello studio Emerald
L’approvazione di elacestrant si basa sui risultati dello studio di fase III Emerald (DOI: 10.1200/JCO.22.00338), pubblicati nell’ottobre 2022, nel quale si confronta l’efficacia del farmaco rispetto alle terapie standard i(SOC) n 478 pazienti, divise in 2 gruppi.
Nello studio le pazienti del gruppo di studio hanno assunto 400 mg elacestrant al giorno, per via orale. Endpoint primario, la sopravvivenza libera da progressione (PFS) data dalle due vie terapeutiche, calcolata sulla popolazione totale del campione e sulle pazienti con mutazione ESR1.
Ciò che si è potuto osservare con questo studio è proprio che nelle pazienti con la mutazione, il farmaco porta a una PFS mediana di 3,8 mesi, contro l’1,9 mesi della SOC, riducendo il rischio di progressione o di morte del 45%. Per quanto riguarda la sicurezza, i risultati sono stati coerenti con quelli degli studi precedenti.
I principali eventi avversi sono nausea, aumento dei trigliceridi, aumento del colesterolo, vomito, affaticamento, dispepsia, diarrea, diminuzione del calcio, mal di schiena, aumento della creatinina, artralgia, diminuzione del sodio, costipazione, mal di testa, vampate di calore, dolore addominale, anemia, diminuzione del potassio e aumento dell’alanina aminotransferasi.
La voce agli esperti
Spiega Giuseppe Curigliano, MD, PhD, professore di Oncologia Medica presso l’Università di Milano e responsabile della Divisione di Sviluppo Precoce dei Farmaci presso l’Irccs Istituto Europeo di Oncologia: «con un numero significativo di pazienti affetti da ER+ HER2- che sviluppano mutazioni ESR1 a un certo punto del loro percorso metastatico, è importante testare ESR1 ogni volta che un paziente con MBC sperimenta una progressione della malattia, per comprendere cosa stia alimentando il tumore al seno.
L’approvazione di oggi ci offre la prima opzione terapeutica in assoluto che agisce direttamente contro le mutazioni che rendono questa forma di tumore al seno più difficile da trattare e dà speranza alle nostre pazienti e alle loro famiglie».