Disponibili ora i risultati a cinque anni di follow-up dello studio Glow e quelli a 57 mesi di follow-up dello studio Captivate.
Tipica dell’over settantenne, la leucemia linfatica cronica colpisce ogni anno circa 5 persone ogni 100 mila sane, per un totale stimato in Italia di 2750 diagnosi. Di queste, meno del 15% in persone under 60. Forse data anche l’età di esordio, questa patologia tumorale presenta spesso un andamento lento e non sempre è necessario intervenire subito con un percorso terapeutico.
Il trattamento di prima linea consiste nella chemioimmuniterapia, ovvero nell’associazione di un anticorpo monoclonare con un agente chemioterapico.
Sotto studio da qualche anno anche la possibilità di associare un inibitore della torosin chinasi di Bruton, l’ibrutinib, a un inibitore della proteina bcl-2 per il trattamento di prima linea.
Di recente sono stati presentati nuovi dati degli studi che sostengono l’efficacia di questa associazione, ovvero lo studio di fase III Glow (NCT03462719) e quello di fase II Captivate (NCT02910583); entrambi gli studi valutano azione del trattamento in prima linea a durata fissa di ibrutinib più venetoclax.
I nuovi risultati confermano efficacia della combinazione
I nuovi risultati prendono in considerazione un follow-up di circa cinque anni per entrambi gli studi. Vediamoli nello specifico. Lo studio Glow confronta due regimi terapeutici in pazienti anziani con leucemia linfatica cronica: ibrutinib più venetoclax (I+V) contro clorambucil più obinutuzumab (Clb+O).
A 57 mesi dall’inizio del trattamento, i pazienti sottoposti a I+V mostano una sopravvivenza globale dell’84,5%, contro il 63,7% di quelli trattati con Clb+O.
L’altro studio, invece, con un regime terapeutico I+V simile, mostra valori di sopravvivenza libera da progressione del 70%.
Spiega George Follows, ematologo presso il Cambridge University Addenbrooks Hospital ed esperto di linfoma e leucemia linfatica cronica: «i risultati aggiornati dello studio Glow dopo cinque anni continuano a dimostrare l’efficacia della terapia a durata fissa I+V nei pazienti con LLC di prima diagnosi più anziani o con comorbidità. Anche se attualmente non esiste una cura per questa malattia, questo trattamento risulta molto promettente, con un’efficacia costante nel tempo e con risposte durature a quasi cinque anni di follow-up».
Che dire della sicurezza?
Entrambi gli studi confermano il profilo di sicurezza della combinazione I+V, evidenziando eventi avversi già noti per le singole molecole in monoterapia. L’8% dei pazienti seguiti in Captivate hanno mostrato lo sviluppo di neoplasie primarie.
Craig Tendler, vicepresidente, Late Development and Global Medical Affairs, Johnson & Johnson Innovative Medicine, afferma: «Glow e Captivate sono gli studi sul trattamento con I+V a durata fissa più lunghi condotti su pazienti affetti da LLC, con quasi cinque anni di risultati. Se analizzati nel complesso, i risultati di questi studi indicano la combinazione I+V come un’importante terapia di prima linea, completamente orale, per la leucemia linfatica cronica, e sottolineano ulteriormente l’importanza di questa combinazione nel cambiare lo standard di cura per i pazienti con LLC e altri tumori maligni a cellule B».
La possibilità di poter assumente per via orale i farmaci antitumorali rende più semplice il percorso terapeutico e, forse, anche più accettabile da parte di una popolazione spesso anziana.