Gli eventi avversi ai farmaci (Adverse Drug Reactions, ADRs) consistono in reazioni di varia natura che occorrono in seguito alla somministrazione di un farmaco. Si calcola che in Europa, negli ultimi anni, circa 197000 individui vadano incontro a morte dovuta a eventi avversi farmaco-correlati: essi rappresentano, quindi, una problematica importante per la salute pubblica.
Altri dati riportano che il 5% dei ricoveri ospedalieri sia dovuto a eventi avversi a terapie farmacologiche e che il 5-10% dei pazienti ricoverati vada incontro a una aumentata morbilità proprio a causa di ADRs, la maggior parte dei quali potrebbero essere prevenuti mediante una più approfondita e corretta informazione dei medici.
Tra gli eventi avversi più comuni spiccano le reazioni che coinvolgono il cuore e, più in generale, il sistema vascolare: prolungamento dell’intervallo QT, fibrosi della valvola cardiaca, infarto acuto del miocardio.
Background
Il prolungamento dell’intervallo QT consiste in una dilatazione dell’intervallo richiesto dal ventricolo per passare dall’inizio della contrazione (Q) alla fine del rilassamento (T) e che può causare aritmia ventricolare fino alla morte del soggetto.
Alcune molecole possono causare questo tipo di alterazione della funzionalità cardiaca attraverso la “torsione di punta” ventricolare (torsades de pointes, TdP) e per questo sono chiamate “torsadogeniche”. Tra di esse, i farmaci più comunemente utilizzati in clinica sono gli antiaritmici, gli antimicrobici, gli antipsicotici e gli antidepressivi (citalopram ed escitalopram).
Citalopram ed escitalopram aumentano la loro capacità pro-aritmica prolungando l’intervallo QT in maniera dose-dipendete; inoltre, questo effetto risulta ancora maggiore qualora vi sia l’associazione di questi con altri farmaci che ne modificano la farmacocinetica aumentando la loro concentrazione plasmatica e amplificando gli eventi avversi ad essi correlati (Drug-Drug Interactions, DDIs). Questi ultimi rappresentano circa il 3-5% degli errori ospedalieri.
Scopo
Lo scopo del lavoro è quello di analizzare gli eventi avversi correlati con l’assunzione di citalopram ed escitalopram attraverso i dati raccolti in un database di farmacovigilanza francese e di verificare se la presenza di un farmacista come consulente possa prevenire errori di prescrizioni che conducano a eventi avversi farmaco-indotti e soprattutto ad un prolungamento dell’intervallo QT.
Materiali e metodi
Per condurre questo studio gli autori si sono riferiti ad un database di farmacovigilanza francese (French Pharmacovigilance Database, FPDB) da cui, nel giugno 2014, hanno estratto i dati relativi agli eventi avversi correlati con l’utilizzo di citalopram ed escitalopram – dosaggi e indicazioni – includendo anche i DDIs.
Per DDI rilevante è stato considerato un evento a rischio di vita e che ha richiesto un intervento medico per minimizzare gli eventi avversi. Un farmacista ospedaliero ha visionato tutte le prescrizioni informatizzate e allertato i clinici qualora fosse in presenza di un DDI.
Risultati
I risultati riguardanti i casi di eventi avversi cardiaci dovuti a somministrazione di citalopram ed escitalopram estratti da FPDB riportano 458 casi di ADRs e 151 casi di ADRs dei farmaci in studio con una o più associazioni.
Gli eventi che hanno interessato il cuore hanno rappresentato il 17.9% degli eventi totali registrati. In particolare, i principali farmaci che hanno causato il TdP quando associati con citalopram ed escitalopram sono stati i farmaci del sistema nervoso centrale e il sotalolo. Nella loro analisi gli autori non hanno riscontrato associazione dei due farmaci in studio con antiaritmici, macrolidi, fluorochinoloni e antiemetici, comunemente noti per causare la TdP. Per quanto riguarda le DDIs nei pazienti ricoverati in regime ospedaliero, sono stati analizzati 19797 casi con un ricovero medio di 3.83±4.92 giorni e con un’età media di 58.5±20.5 anni.
Il sistema informatizzato ha analizzato 57857 prescrizioni di cui 2116 (3.7%) sono rientrate nel gruppo DDI e 444 (21%) sono state considerate rilevanti dal farmacista. Di queste, 168 (37.8%) hanno interessato il citalopram e l’escitalopram. Gli autori hanno potuto stilare una lista di farmaci maggiormente coinvolti negli eventi avversi operati da citalopram ed escitalopram: antiaritmici (52% dei casi), antipsicotici (32% dei casi), antiemetici (8% dei casi).
Interessante è stata la scoperta che antifungini, antimalarici e antistaminici di prima generazione non sono stati riscontrati in associazione con citalopram ed escitalopram all’interno dello studio. Infine, per quanto riguarda l’intervento del farmacista, non tutti i clinici hanno seguito il suo consiglio di modificare o sospendere la terapia qualora si presentasse pericolo di DDI. In questo caso i dati dei pazienti non sono stati ulteriormente analizzati.
Take home message
Lo studio di Chastang e colleghi mette in luce come molti farmaci, potenzialmente dannosi quando vengono associati fra loro, vengano prescritti dai clinici senza la consulenza di un farmacista ospedaliero e senza tenere conto degli eventuali eventi avversi che possono emergere.
Rilevante è la scoperta che, nonostante il farmacista abbia constatato inesattezze a livello di terapia farmacologica prescritta, molti clinici non abbiano voluto rivedere la loro valutazione.
Gli scienziati hanno inoltre rilevato come l’introduzione di sistemi informatizzati possa limitare la prescrizione di associazioni farmacologiche potenzialmente dannose per il paziente rappresentando, quindi, un valido strumento nella pratica clinica quotidiana.
Articolo recensito
“Impact of hospital pharmacist interventions on the combination of citalopram or escitalopram with other QT‑prolonging drugs” Int J Clin Pharm. 2019 Feb;41(1):42-48
Autori
A. Chastang, S. Renet, J. Corny, H. Beaussier, A. Petre, A. Lillo‑Lelouet, T. T. Phan Thi, Y. Bézie
PubMed link: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30610545
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