Glioblastoma, l’Irccs Besta è parte del progetto Gliomatch

(immagine: Canva)

Un progetto europeo con un consorzio di otto centri clinici cerca di individuare una strategia terapeutica personalizzata per il tumore del cervello, compreso il glioblastoma multiforme, partendo dall’immunoterapia.

Il glioblastoma è il tumore del cervello più frequente, con un’incidenza di 3-4 casi ogni 100 mila soggetti l’anno. Una patologia considera rara, ma che in Italia interessa circa 1500 persone l’anno, per lo più pazienti sopra i 65 anni di età: l’incidenza in questa fascia di età arriva infatti a 10-12 casi ogni 100 mila persone. Inoltre, gli uomini sono maggiormente colpiti delle donne.

Si tratta di un tumore maligno, difficile da sconfiggere, come dimostrano i numeri: la sopravvivenza mediana è di 15 mesi dalla diagnosi, la sopravvivenza a 5 anni è inferiore al 5% e quella a 10 anni è inferiore al 2%. Il mondo della ricerca lavora alacremente per cercare nuove soluzioni terapeutiche, concentrandosi negli ultimi anni anche sulla immunoterapia, che sembra dare esiti positivi.

Tra i progetti di ricerca attualmente in essere dedicati ai tumori del cervello, compreso il glioblastoma, c’è Gliomatch, finanziato dalla Comunità Europea: vi partecipano otto centri clinici europei, sotto il coordinamento del Laboratorio per la Medicina di Precisione del Cancro della KU Leuven. Tra i centri clinici, anche l’Istituto Neurologico Besta – Fondazione Irccs di Milano.

Gli altri centri sono l’Erasmus University Medical Center di Rotterdam, l’ospedale pediatrico Sant Joan de Déu di Barcellona, l’Ospedale Universitario di Oslo, il Rambam Health Care Campus di Israele, l’Università di Uppsala e la Heinrich Heine University di Düsseldorf. 

Obiettivo di Gliomatch

Sono più di 300 i pazienti previsti per questo progetto di ricerca, che avrà durata di 5 anni e cercherà di capire come riconoscere i pazienti che meglio risponderanno alla immunoterapia come trattamento per il tumore al cervello di adulti e bambini. Non solo glioblastoma, quindi, ma anche gliomi di alto grado al centro del lavoro di questo consorzio, che vede anche la partecipazione di partner non clinici.

L’intento è utilizzare una piattaforma, costruita ad hoc per il progetto, per analizzare dati clinici molecolari e radiologici, ottenuti da RM, di pazienti già trattati con immunoterapia per individuare nuovi marker da utilizzare per personalizzare il percorso terapeutico.

Ancora di più. L’intento è arrivare a comprendere le caratteristiche specifiche di un dato sistema immunitario e di usarle per capire se un certo tipo di trattamento sarà o meno efficace per quel paziente. 

Il ruolo del Besta di Milano

Sono cinque le ricercatrici del Besta di Milano inserite in questo progetto: la dottoressa Marica Eoli, neuro-oncologa della Neurologia 2 e responsabile della S.S. Neuro-Oncologia Sperimentale dell’Istituto Besta, anche coordinatrice del progetto; la dott.ssa Serena Pellegatta; la dott.ssa Valeria Cuccarini; la dottoressa Bianca Pollo e la dott.ssa Catia Traversari.

Spiega Eoli: «il Besta è impegnato da tempo nella ricerca di cure personalizzate contro glioblastoma. Il progetto prevede anche, dopo l’analisi degli studi retrospettivi, l’avvio di una sperimentazione clinica che implica la somministrazione della tossina tetanica associata alla vaccinazione con cellule dendritiche sensibilizzate verso il tumore del paziente stesso. È chiaro che soltanto unendo le forze e potenziando gli sforzi di collaborazione con i nostri partner potremo migliorare le cure e far progredire la ricerca in questo campo».

Portare ognuno il proprio know-how per aumentare il livello di conoscenza di base e poter poi scavare ulteriormente, alla ricerca di nuove risposte: questo il ruolo fondamentale della collaborazione in ambito scientifico.