Nei pazienti con malattia di Parkinson trattati con levodopa può capitare di assistere a fenomeni di wear-off, caratterizzati da un ritorno o peggioramento dei sintomi, motori e non motori. Ciò può avvenire a 3-4 ore dalla fine dell’assunzione della dose di levodopa oppure in modo improvviso in pazienti che assumono troppe dosi di levodopa o, ancora, casuali, in pazienti sovradosati.
Opicapone è un inibitore della catecol-O-metiltransferasi “indicato come terapia aggiuntiva alle combinazioni di levodopa/inibitori della DOPA decarbossilasi in pazienti adulti con malattia di Parkinson e fluttuazioni motorie di fine dose che non sono stabilizzati con queste combinazioni”, come si legge nella scheda informativa del prodotto, il cui uso è approvato in Europa dal 2016.
Stando agli esiti degli studi di fase III già esistenti, il farmaco va a estendere la biodisponibilità di levodopa nel corpo del paziente. Di recente ai dati di letteratura già esistenti se ne aggiungono altri in arrivo dall’attività clinica real world. Si trattai di risultati positivi, che confermano la capacità del farmaco di stabilizzare le fluttuazioni, migliorando di molto la gestione della malattia e la qualità di vita dei pazienti.
Gli studi real world
Dopo tanti anni di utilizzo di opicapone in clinica esistono studi real world che possono confermarne l’efficacia, alcuni dei quali sono stati presentati al X congresso della European Academy of Neurology.
Il primo si chiama OPTIMO ed è stato esposto dalla dott.ssa Maria-Rosario Luquin: si tratta di un lavoro retrospettivo osservazionale, di 12 mesi, che dimostra come l’uso di opicapone si associ alla riduzione della percentuale di pazienti soggetti a wear-off, in particolare riducendo le fluttuazioni dei sintomi non motori ed estendendo il periodo di “on”.
Il secondo studio si chiama REONPARK ed è uno studio osservazionale di 3 mesi presentato dalla dottoressa Lydia López Manzanare e focalizzato su pazienti con fluttuazioni motorie precoci, nei quali il wear-off si presenta entro il secondo anno di terapia con levodopa.
Lo studio ha coinvolto in tutto 70 pazienti, chiedendo loro la percezione associata all’uso di opicapone. I risultati parlano di cambiamenti sensibili percepiti dal 62,9% dei partecipanti.
Il commento di GlobalData
Lorraine Palmer, analista di GlobalData, sottolinea come i risultati dei due studi siano in linea con l’opinione di molti opinionisti chiave, che trovano opicapone efficace nella pratica clinica. Alcuni, evidenzia l’analista, scelgono opicapone come farmaco inibitore di COMT di prima linea.
Anche per queste ragioni le previsioni per l’andamento del mercato di opicapone nei prossimi anni, ovvero entro il 2029, indicano una crescita notevole nei sette mercati principali, ovvero Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Spagna, Italia, Francia e Giappone. Si prevede che le vendite raggiungeranno i 118,7 milioni di dollari entro il 2029, il che corrisponde a un tasso di crescita annuo del 22,9% tra il 2019 e il 2029.