Eventi avversi ai farmaci, quanto incidono sugli accessi in Pronto Soccorso?

Quando si assume uno o più farmaci è possibile incorrere in eventi avversi e quando le reazioni sono gravi ci si rivolge al Pronto Soccorso.
Uno studio italiano osservazionale, retrospettivo e multicentrico del 2020 ha preso in considerazione report di sospetti eventi avversi da farmaco registrati tra il 2007 e il 2018 in 94 Dipartimenti di Emergenza coinvolti nel progetto di farmacovigilanza MEREAFaPS – Monitoraggio epidemiologico delle reazioni e degli eventi avversi da farmaci in Pronto Soccorso.

Lo studio ha evidenziato che il 30,6% delle segnalazioni effettuate in 12 anni si è risolta con una ospedalizzazione. I pazienti coinvolti sono per lo più donne (56,6%), caucasiche (87,7%) e con età media 57,5 ± 25 anni.
La maggioranza di questi eventi avversi è legata all’assunzione di più di un farmaco e nel 47% dei casi l’ospedalizzazione poteva essere evitata da un maggior controllo alla base.

Interessante anche uno studio norvegese che ha valutato la situazione nei Paesi del Nord Europa e che ha coinvolto 402 pazienti suddivisi in due gruppi randomizzati, di cui il gruppo studio è stato sottoposto, durante la visita in Pronto Soccorso, a riconciliazione e revisione dei farmaci assunti da parte di un team di farmacisti ospedalieri.
Questo lavoro è stato poi rivalutato retrospettivamente da un team interdisciplinare che ha analizzato sia la riconciliazione sia le caratteristiche demografiche del paziente, la diagnosi finale e i valori dei test di laboratorio per individuare i casi di accesso in Pronto Soccorso motivati da eventi avversi ai farmaci.

La popolazione presa in considerazione dallo studio ha un’età media di 67 anni e assume regolarmente almeno 4 farmaci.
Gli autori hanno rilevato un 19,7% di ingressi in Pronto Soccorso legati a reazioni avverse a farmaci, con un fattore di rischio che aumenta con l’età, il numero di farmaci assunti regolarmente e l’aderenza terapeutica dei pazienti stessi. Secondo questo studio, i farmaci più a rischio di dare eventi avversi sono gli antitrombotici e gli immunosoppressori.

Interessante osservare che i medici di emergenza coinvolti nella presa in carico dei pazienti con eventi avversi ai farmaci ne hanno individuati solo l’11,4%: una percentuale che deve essere migliorata, per la sicurezza del paziente.
Secondo gli autori, la situazione potrebbe migliorare se i medici tenessero conto dei fattori di rischio associati agli eventi avversi da farmaco quando visitano il paziente in ingresso in Pronto Soccorso, eventualmente chiedendo un consulto con il farmacista ospedaliero, che conosce più a fondo l’interazione tra farmaci.

Il problema dunque è comune a molti Paesi, anche se in Norvegia la percentuale di eventi avversi a farmaci in accesso nei Pronto Soccorso è inferiore a quella indicata dallo studio italiano di cui sopra. Bisogna lavorare sulla riconciliazione della terapia farmacologica e su una sempre maggiore consapevolezza di pazienti e medici, anche di base, rispetto al problema.

(Lo studio: Nymoen, L.D., Björk, M., Flatebø, T.E. et al. Drug-related emergency department visits: prevalence and risk factors. Intern Emerg Med (2022). https://doi.org/10.1007/s11739-022-02935-9)

Stefania Somaré