In occasione della giornata mondiale sulle epatiti, istituita dall’OMS per il giorno 28 luglio, parte la campagna “Viral: rendiamo virale la conoscenza delle epatiti”, che vuole diffondere messaggi di awareness efficaci, per contribuire a fermare il diffondersi dei virus.
La campagna, realizzata da Gilead Sciences con il patrocinio delle Società Scientifiche e delle Associazioni di Pazienti impegnate in quest’area, coinvolge una serie di influencer che si fanno portavoce dei messaggi di sensibilizzazione.
Dai loro profili Instagram, gli influencer lanceranno post e stories per promuovere la conoscenza delle epatiti virali, raggiungendo un bacino potenziale di oltre 1M di followers. Un trampolino di lancio per rendere virale la corretta informazione nella lotta alle epatiti.
Il focus della campagna è sull’epatite C, la forma più diffusa di epatite virale in Italia. Sebbene l’Oms abbia stabilito per il 2030 l’obiettivo di ridurre del 65% le morti legate all’epatite C e del 90% i nuovi contagi, in Italia si stima ci siano ancora 100.000 persone con malattia di fegato avanzata causata da epatite C e non diagnosticata, la maggior parte di età compresa fra i 60 e i 70 anni, e altri 280.000 individui con infezione da HCV attiva con età media di 46 anni, ignari di essere malati perché senza sintomi.
“La disponibilità di farmaci in grado di guarire chi è infettato da HCV rende ancora più urgente la promozione di messaggi corretti: è fondamentale diffondere le informazioni sul test e sui fattori di rischio così da scovare le infezioni sommerse e diminuire drasticamente la circolazione del virus”, commenta Alessandra Mangia, responsabile dell’Unità Dipartimentale di Epatologia dell’Irccs Casa Sollievo della Sofferenza, San Giovanni Rotondo (FG).
Obiettivo della campagna è aumentare la consapevolezza sulle epatiti virali, tra le quali l’epatite delta, la forma più aggressiva, che colpisce solo le persone con infezione da virus HBV (il virus che causa l’epatite B).
Si stima che nel mondo circa 10 milioni di persone vivano con epatite delta (HDV) e che in Italia circa il 5-9% delle persone con infezione da virus HBV siano infette anche da HDV, una percentuale che sale fra le persone che provengono da paesi dove l’epatite Delta è endemica e dove non esistono politiche di vaccinazione contro l’epatite B (HBV).
Il test per l’HCV è uno strumento importante di salute pubblica: la diagnosi precoce permette di indirizzare i pazienti verso le cure. Grazie a farmaci che agiscono direttamente sul virus, è possibile eliminare il virus e curare l’epatite C in oltre il 95% dei casi.
“Da oltre 20 anni Gilead Sciences è in prima linea nella lotta alle epatiti virali, con lo sviluppo di soluzioni che hanno migliorato radicalmente la vita dei pazienti, ovunque. Abbiamo rivoluzionato la storia delle epatiti raggiungendo traguardi considerati impossibili: una cura definitiva per l’HCV, terapie sempre più efficaci e tollerate per l’HBV e l’ingresso in una nuova era per la gestione dell’HDV. Pensiamo che sia fondamentale promuovere l’accesso alle terapie più efficaci per garantire a tutti i pazienti le stesse possibilità di cura.Gilead è profondamente impegnata nel sostenere la collaborazione con il Sistema Sanitario Italiano per l’eliminazione delle epatiti virali, l’obiettivo prefissato dall’OMS”, afferma Frederico da Silva, VP e general manager di Gilead Sciences Italia.
Gilead promuove la corretta informazione sull’epatite C attraverso il sito C come curabile, che rende disponibili dati, ricerche, notizie, interviste a medici sulle ultime novità in termini di prevenzione e cura dell’infezione da HCV e tutti i materiali della campagna Viral.