Efficacia e aderenza farmacologica della terapia combinata nell’iperplasia prostatica benigna

L’aderenza farmacologica, secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, è “il grado in cui il comportamento di una persona (riferita anche all’assunzione di farmaci) corrisponde alle raccomandazioni di un sanitario”.

I sintomi delle alte vie urinarie (Lower Urinary Tract Symptoms, LUTS) associati con l’iperplasia prostatica benigna (Benign Prostatic Hyperplasia, BPH) rappresentano un esempio di bassa aderenza farmacologica. Nei maschi anziani, infatti, l’iperplasia prostatica benigna non è una malattia che mette a rischio la vita del paziente ma può presentare dei disturbi fastidiosi perché spesso implica una più o meno marcata ritenzione urinaria che può condurre anche a insufficienza renale.

Questo peggioramento delle condizioni dell’individuo, unite ad un aumento dell’aspettativa di vita, sfocia in un prolungamento della durata delle terapie e ad un incremento dei costi gestionali del paziente. Le due classi di farmaci più comunemente utilizzati per questa patologia sono gli inibitori di α-5-reduttasi (5-ARIs) e i bloccanti degli α-1-adrenolitici (ABs) sia in terapia singola che in terapia combinata, la quale costituisce un’utile strategia a lungo termine per BPH.

Background

Sebbene la terapia combinata sia la strategia terapeutica maggiormente consigliata dai clinici nel caso di BPH, ci sono alcuni importanti unmet needs che rendono difficile la pratica clinica quotidiana quali la bassa aderenza farmacologica, la limitata efficacia e la difficile gestione del paziente. Diversi studi dimostrano che la bassa aderenza farmacologica per la terapia di LUTS/BPH porta inesorabilmente la condizione di iperplasia prostatica benigna a progressione.

Scopo

Lo studio di Zabkowski e colleghi si ripropone di esaminare l’aderenza farmacologica in pazienti affetti da iperplasia prostatica benigna, di valutarne le difficoltà relative alla terapia combinata e di far luce sulle aree che presentano le maggiori difficoltà per i pazienti in modo da incrementare la volontà del paziente di aderire alla terapia.

Materiali e metodi

Disegno sperimentale e partecipanti: questo è uno studio retrospettivo i cui dati sono stati ricavati da un database urologico. Sono stati considerati 758 uomini di età ≥ 40 anni che non hanno subito precedenti chirurgie alla prostata e a cui è stata prescritta la terapia per LUTS/BPH: finasteride 5 mg/dì e le associazioni con alfuzosina (10mg/dì), doxadosina (4-6 mg/dì), tamsulosina (0.4 mg/dì) e terazosina (10mg/dì).

Parametri: durante lo studio sono stati analizzati il parametro IPSS (International Prostatic Symptoms Score) – il cui valore alla prima visita (24) rappresenta un insieme di sintomi molto gravi – e l’aderenza farmacologica, analizzata in pazienti che hanno ricevuto la terapia per almeno 6 mesi.

Quest’ultima è stata valutata attraverso il MAQ (Medication Adherence Questionnaire) il cui punteggio ≥3 indica bassa aderenza, tra 1 e 2 indica aderenza moderata e uguale a zero alta aderenza; il CCI (Charlson Comorbidity Index) è stato usato come misura della comorbidità; e infine la presenza di problemi correlati con il farmaco (Drug-Related Problems, DRP) che costituisce un grande ostacolo all’aderenza farmacologica.

Risultati

Poiché l’aderenza farmacologica alla terapia combinata è stata valutata in pazienti che hanno ricevuto almeno 6 mesi di terapia, sono stati esclusi dallo studio 88 soggetti che hanno abbandonato la terapia prima di questo termine.

I partecipanti finali sono stati, dunque, 670. I risultati dello studio dimostrano che in 368 pazienti (54.9%) il parametro CCI è compreso tra 1 e 2, in 248 pazienti (37.01%) CCI >3 e in 54 pazienti (8,05%) CCI è pari a zero. Le comorbidità principalmente registrate sono state l’ipertensione (70%), le patologie coronariche (40%), il diabete (20%), l’ulcera peptica (15,07%) e le malattie ostruttive croniche polmonari (7,01%).

Nella terapia combinata gli α-1-adrenolitici più efficienti sono risultati la doxazosina e la tamsulosina come dimostrano i dati a 6 mesi di follow-up relativi a:

  • flusso massimo (Qmax): finasteride 10 ml/s, alfuzosina 11 ml/s, doxazosina 13 ml/s, tamsulosina 12 ml/s, terazosina 11 ml/s
  • tempo di minzione (T flow): finasteride 45 s, alfuzosina 40 s, doxazosina 45 s, tamsulosina 45 s, terazosina 40 s
  • urina residua dopo la minzione (Rv): finasteride 90 ml, alfuzosina 80 ml, doxazosina 70 ml, tamsulosina 70 ml, terazosina 80 ml.

I dati a 12 mesi follow-up confermano i precedenti:

  • flusso massimo (Qmax): finasteride 13 ml/s, alfuzosina 13 ml/s, doxazosina 16 ml/s, tamsulosina 17 ml/s, terazosina 13 ml/s
  • tempo di minzione (T flow): finasteride 35 s, alfuzosina 35 s, doxazosina 30 s, tamsulosina 30 s, terazosina 35 s
  • urina residua dopo la minzione (Rv): finasteride 60 ml, alfuzosina 50 ml, doxazosina 30 ml, tamsulosina 30 ml, terazosina 60 ml.

Il valore IPSS è passato da 24 alla prima visita a 11 dopo 12 mesi di somministrazione. In pazienti trattati per almeno 6 mesi l’aderenza farmacologica è stata del 32% mentre lo stesso valore è sceso al 23% dopo 12 mesi: a tal proposito, gli autori hanno osservato una relazione inversa tra la durata della terapia e la percentuale di aderenza al farmaco.

Per quanto riguarda gli altri parametri in studio, gli scienziati hanno rilevato 230 problemi farmaco-correlati: 37.39% disturbi causati dal farmaco, 23.04% problemi relativi all’uso del farmaco, 20.86% eventi avversi e 18.69% problemi relativi alla scelta del farmaco.

Take home message

Lo studio in esame mostra che, a fronte di una patologia non a rischio di vita per il paziente come la BPH, l’aderenza farmacologica, cioè la volontà del paziente di seguire la terapia fornita dal sanitario, diminuisce progressivamente mano a mano che aumentano i tempi terapeutici.

Questa discontinuità di trattamento operata dal paziente, oltre a permettere la progressione della patologia rappresenta un grande sforzo sia di risorse – maggiori terapie da mettere in atto – sia economico per l’aumento dei costi di gestione. Diventa quindi importante valutare nuovi studi che permettano di far luce sulle possibili vie da seguire per migliorare l’aderenza farmacologia nel caos di terapie croniche o a lungo mantenimento.

Articolo recensito
“Drug Adherence and drug-related problems in pharmacotherapy for lower urinary tract symptoms related ti benign prostatic hyperplasia”, J Physiol Pharmacol. 2018 Aug; 69(4)

Autori
T. Zabwkowsi, M. Saracyn

PubMed link: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30552307

Bibliografia

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