Era il 1976 quando, a partire dal fungo Penicillium, venne scoperta la mevastatina. Alcuni anni dopo, fu isolata una nuova sostanza, con struttura chimica simile, da colture di Aspergillus terreus e Monascus ruber, a cui fu dato il nome di lovastatina. Oggi le statine vengono prescritte per ridurre il colesterolo e prevenire ictus e infarto. Secondo recenti studi, potrebbero, però, avere anche effetti neuroprotettivi, utili per contrastare la depressione.
Uno studio su oltre duemila pazienti
Per approfondire tali aspetti, i ricercatori dell’Università di Oxford, nel Regno Unito, hanno condotto, tra il 2020 e il 2021, durante la pandemia di Covid, uno studio osservazionale, pubblicato su Biological Psychiatry.
Hanno coinvolto 2.043 adulti, di cui 81 assumevano statine, 126 un farmaco antipertensivo, 111 entrambi i medicinali, 1.725 nessuno dei due, sottoponendoli a un questionario mirato a evidenziare diagnosi psichiatriche attuali e pregresse, impiego di farmaci e di terapie psicologiche, assunzione settimanale di alcolici, ore giornaliere di attività fisica, uso di tabacco.
I partecipanti sono stati, quindi, invitati a svolgere vari compiti di tipo cognitivo. Il primo esercizio, mirato a identificare i pregiudizi affettivi, consisteva nel riconoscere l’emozione (paura, felicità, tristezza, disgusto, rabbia, sorpresa) espressa da alcuni volti presentati su uno schermo.
Il secondo esercizio, svolto per valutare l’apprendimento della ricompensa, era un compito di apprendimento strumentale probabilistico, mentre il terzo consisteva in una prova di n-back per testare la memoria di lavoro.
Effetto preventivo
Dai risultati è emerso che l’assunzione di statine era associata a un ridotto riconoscimento di due espressioni facciali negative (volti arrabbiati e timorosi) e a un’errata classificazione come positive. Inoltre, il loro impiego è stato correlato a un ridotto apprendimento sulla perdita, ma non a una riduzione della memoria di lavoro. Questi dati suggeriscono che tali farmaci potrebbero essere utili come intervento profilattico della depressione, in particolare in scenari ad alto stress.
«Il ruolo delle statine nella protezione dalle malattie mentali non è ancora noto», hanno precisato i ricercatori, «ma si ipotizza che siano in grado di prevenire la depressione attraverso meccanismi antinfiammatori. È, tuttavia, importante che i loro benefici psicologici vengano confermati da sperimentazioni cliniche controllate e randomizzate».
Paola Arosio