Conversione alla somministrazione orale da quella endovenosa e riduzione dei costi

Negli ultimi anni si è registrata una tendenza delle aziende ospedaliere all’investimento tecnologico per ridurre la frammentazione dei dati e facilitare l’interoperabilità di vari sistemi informaci all’interno dell’azienda stessa e tra diverse strutture ospedaliere.

Esempi di questi sistemi tecnologici sono le cartelle mediche elettroniche, gli strumenti di supporto alla decisione clinica (CDS, clinical decision support) e il sistema computerizzato di immissione dei dati da parte del medico.

Nella valutazione dell’effetto dei sistemi informativi clinici sul paziente, uno studio multicentrico ha riportato la significativa riduzione delle complicanze nonché del costo del ricovero.

Background

Gli strumenti di CDS rappresentano un sistema clinico altamente automatizzato che può essere utilizzato dal farmacista clinico per migliorare la sicurezza del paziente e ridurre i costi operativi.

Utilizzando le informazioni del registro sanitario elettronico (electronic health record, EHR) in tempo reale, gli strumenti di CDS trasmettono avvisi (alert) per potenziali interventi del farmacista clinico.

I dati paziente-centrici da vari sistemi all’interno di ogni struttura ospedaliera sono integrati in un’interfaccia facile da usare, permettendo al farmacista di lavorare in maniera più efficiente. Mentre la letteratura corrente supporta l’impatto positivo degli interventi attuati dal farmacista sulla gestione del paziente sia dal punto di vista clinico che economico, la nuova sfida che il farmacista deve affrontare riguarda come questi interventi sono misurati e valutati.

Diverse categorie di interventi possono essere utilizzate per effettuare analisi di risparmio di costi e analisi di impatto sull’ospedalizzazione.

Nel sistema sanitario statunitense, la maggior parte dei dipartimenti di farmacia ospedaliera ha adottato un programma di conversione alla somministrazione orale da quella endovenosa. In questo caso, gli alert generati dallo strumento di CDS, fornendo al farmacista dati aggiornati processabili, possono migliorare la tempestività e l’efficacia degli interventi.

Scopo

Nel tentativo di migliorare la sicurezza dei pazienti e semplificare il flusso di lavoro del farmacista ospedaliero, in 149 ospedali sul territorio statunitense è stato implementato un sistema di CDS disponibile sul mercato, con un’interfaccia esterna e separato dal EHR.

Lo scopo dello studio di Carver e colleghi è stato quello di determinare l’eleggibilità dei pazienti alla terapia orale e i costi d’opportunità legati alla conversione alla somministrazione orale da quella endovenosa, utilizzando i dati del sistema di CDS.

Materiali e metodi

Lo studio multicentrico retrospettivo per il miglioramento del percorso di Carver e colleghi ha analizzato i dati degli alert di CDS registrati nel periodo tra maggio e ottobre 2015 in 149 ospedali.

I dati sono stati organizzati a seconda della regione, struttura ospedaliera e data. Acquisendo i dati paziente-specifici dal EHR, il sistema di CDS ha allineato i dati con una libreria di 1500 algoritmi personalizzata all’implementazione.

Se i requisiti di ogni algoritmo (“regola”) venivano soddisfatti, il sistema generava un alert, che veniva successivamente messo in coda per la revisione da parte di un farmacista ospedaliero. I farmacisti hanno documentato gli interventi, selezionando la specifica categoria. In caso di mancata documentazione, l’alert veniva considerato incompleto.

Per questo studio, Carter e colleghi hanno identificato e analizzato gli alert di conversione alla somministrazione orale da quella endovenosa per 31 farmaci differenti.

Gli alert venivano generati se il paziente (1) aveva ricevuto il farmaco per via endovenosa per 24 ore e se (2) aveva ricevuto almeno un altro farmaco per via orale nelle 24 ore precedenti sulla base dei dati di somministrazione controllata tramite codice a barre (barcode-assisted medication administration, BMCA).

Un alert per ogni farmaco eleggibile poteva verificarsi a intervalli di 24 ore se il paziente continuava a soddisfare i criteri di conversione.

I dati sono stati inclusi e analizzati se il farmacista ospedaliero aveva indicato la specifica categoria di intervento (conversione alla somministrazione orale da quella endovenosa).

Gli alert sono stati esclusi se incompleti. Ogni farmaco associato a un alert per la conversione alla somministrazione orale da quella endovenosa è stato valutato solo una volta per paziente durante il periodo di studio.

Per ogni combinazione paziente-farmaco, i dati valutati includevano il contrassegno orario sia per l’alert iniziale (prima notifica di idoneità alla conversione) sia per l’alert finale (ultima notifica di idoneità alla conversione).

Inoltre, per ogni farmaco associato con un alert, sono stati raccolti i dati BCMA relativi al numero di somministrazioni endovenose, e ai milligrammi (mg) somministrati per via orale.

I risparmi effettivi sono stati calcolati sulla base dei costi evitati della somministrazione endovenosa per i pazienti di cui la terapia è stata convertita con successo alla somministrazione orale, utilizzando la seguente formula: (costo della terapia endovenosa x mg somministrati per via endovenosa) + (costi della terapia orale x mg somministrati per via orale) / costi della terapia endovenosa x totale di mg somministrati.

I risparmi potenziali sono stati stimati sulla base dei contrassegni orari degli alert iniziale e finali e sul numero di somministrazioni endovenose effettuate.

Risultati

Per rispondere ai quesiti dello studio, sono stati considerati i 13 farmaci più comunemente utilizzati, con un’incidenza del 94% sul numero totale di alert e con oltre 1,4 milioni di dosi. Dopo l’applicazione dei criteri di inclusione ed esclusione, sono stati inclusi nell’analisi finale 125.685 alert corrispondenti a 79.657 pazienti e 79.657 ammissioni.

Famotidina, pantoprazolo e levofloxacina sono stati i farmaci maggiormente associati agli alert durante il periodo di studio. Sulla base delle pratiche attuali di conversione alla somministrazione orale da quella endovenosa, levetiracetam, pantoprazolo e levofloxacina hanno maggiormente contribuito al risparmio di costi (35%, 25% e 20%, rispettivamente).

Gli interventi di conversione alla somministrazione orale da quella endovenosa documentate dai farmacisti ospedalieri hanno consentito un risparmio del 9% (1,48 milioni di dollari) sul costo dei 13 farmaci inclusi nell’analisi in un periodo di 6 mesi.

La conversione di tutti i farmaci alla terapia orale al momento dell’alert finale avrebbe fatto aumentare il risparmio al 29%, con un risparmio di costi previsto di 4,79 milioni di dollari. Inoltre, la conversione di tutti i farmaci alla terapia orale al momento dell’alert iniziale avrebbe fatto aumentare il risparmio al 78%, con un risparmio di costi previsto di 12,82 milioni di dollari.

Take home message

I risultati dello studio di Carver e colleghi suggeriscono che l’implementazione di un sistema di supporto alla decisione clinica può agevolare il farmacista ospedaliero nell’identificazione di pazienti candidabili alla conversione alla somministrazione orale da quella endovenosa, con un conseguente risparmio del sistema sanitario.

Articolo recensito
Use of clinical decision support to identify i.v.-to-oral conversion opportunities and cost savings. Am J Health Syst Pharm. 2018 Dec 1;75(23 Supplement 4):S82-S86

Autori
Carver KH, Burgess LH, Cooper M, Elders T, Kramer J.

PubMed link: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30201658

Bibliografia

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