Le cellule mesenchimali stromali sono cellule staminali che sembrano in grado di contrastare gli eventi infiammatori. Dal momento che alla base dei casi più severi di Covid-19 c’è una eccessiva risposta infiammatoria dettata da una tempesta citochinica, negli ultimi due anni è stata presa in considerazione l’ipotesi di utilizzarle per i trattamenti dei pazienti affetti in associazione con gli antivirali.
Gli antinfiammatori sono infatti utilizzati come farmaci di prima linea nei pazienti con Covid-19, ma al momento gli unici a essere stati dimostrati efficaci sono i corticosteroidi e gli agenti anti-leuchina-6.
Una revisione sistematica condotta a Taiwan su soli studi randomizzati controllati ha evidenziato che anche le cellule mesenchimali stromali potrebbero essere utili nel piano terapeutico di questa nuova patologia infettiva: sembra infatti che il loro uso riduca la mortalità a 28 giorni e faciliti la regressione della sintomatologia.
La review si basa su soli 6 studi, individuati tramite ricerca in diversi Database, come PubMed, Embase, Ovid MEDLINE, the Cochrane Library e Clinicaltrials.gov, per un totale di 158 pazienti inseriti nel gruppo di studio e 135 in quello di controllo.
La scarsa dimensione del campione fornisce già indicazioni del fatto che i risultati ottenuti devono essere confermati da ulteriori studi randomizzati controllati, anche perché i regimi terapeutici basati sulle cellule stromali mesenchimali sono spesso differenti nei vari studi.
Inoltre, gli autori sottolineano che 2 su 6 studi hanno un alto rischio di errore dovuto a bias. Dei 6 studi presi in considerazione, 4 sono stati effettuati in un unico centro ospedaliero; infine, 3 sono stati condotti in Cina, 1 in Usa; 1 in Russia e l’ultimo in Indonesia.
Rianalizzando i dati di questi lavori gli autori hanno individuato una mortalità a 28 giorni del 7.6% nei pazienti trattati con me cellule stromali mesenchimali, un valore decisamente più basso del 21.5% del gruppo di controllo: risultati che restano invariati anche una volta sottoposti a un modello random effects, il che dovrebbe garantirne la qualità.
Inoltre, il ridotto rischio di mortalità segue un trend simile anche considerando solo i pazienti affetti da Covid-19 molto grave: purtroppo questo esito non può essere però considerato significativo da un punto di vista statistico, probabilmente a causa della scarsità del campione. Sembra, infine, che questa terapia concorra a ridurre anche la mortalità a 14 giorni.
Che dire, invece, degli esiti secondati valutati dalla revisione? Innanzitutto, non tutti gli studi inclusi si sono occupati, per esempio, del miglioramento clinico o della durata del ricovero, il che significa che i pazienti inclusi in queste analisi sono ancora meno.
Comunque, gli autori riportano un effetto positivo sia sul miglioramento clinico dei pazienti del gruppo studio sia sulla riduzione del tempo di ricovero.
Risulta, invece, sostanzialmente uguale il rischio di incorrere in eventi avversi dei due gruppi, il che indica la sicurezza dell’uso delle staminali stromali mesenchimali. Varrebbe la pena di effettuare ulteriori studi e verificare questi risultati.
Studio: Chen CY, Chen WC, Hsu CK, Chao CM, Lai CC. The clinical efficacy and safety of mesenchymal stromal cells for patients with COVID-19: A systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials. J Infect Public Health. 2022 Jul 7;15(8):896-901. doi: 10.1016/j.jiph.2022.07.001. Epub ahead of print. PMID: 35849852; PMCID: PMC9259515
Stefania Somaré