HIV: per il futuro puntare su prevenzione e farmaci long-acting

L’HIV rimane un problema di salute pubblica: nel 2023 in Italia erano oltre 120mila le persone HIV positive. Per il futuro, occorre puntare su prevenzione e terapie a rilascio prolungato. Il tema al centro dell’evento “HIV call 2024” ospitato alla Camera, a Roma, lo scorso 12 settembre.

In Italia l’HIV rappresenta ancora un’epidemia di cui, tuttavia, si parla ancora troppo poco. Difatti, nonostante l’incidenza dell’infezione si riduca, il numero di persone HIV positive aumenta di anno in anno e questo principalmente a causa della scarsa informazione e delle conseguenti diagnosi tardive. Guardando ai numeri, in soli 20 anni il numero di persone con HIV è quasi raddoppiato, passando da 70 mila casi nel 2000 a 120 mila casi diagnosticati nel 2023.

Tuttavia, nonostante i numeri allarmanti, l’evoluzione e l’innovazione terapeutica hanno compiuto passi da gigante, dando grandi speranze sia ai pazienti HIV positivi, sia alle persone a rischio di contrarre il virus, rendendo l’HIV una condizione cronica con la quale poter convivere.

L’evoluzione dei trattamenti farmacologici a lento rilascio

Per quanto riguarda l’innovazione farmacologica, particolare rilevanza rivestono i trattamenti preventivi. Secondo l’UNAIDS, entro il 2025, l’86% delle persone con HIV dovrebbe raggiungere una carica virale non rilevabile e il 95% delle persone a rischio dovrebbe avere accesso alla profilassi pre-esposizione (PrEP).

Questa nuova strategia a lento rilascio rappresenta un significativo avanzamento nella prevenzione dell’HIV rispetto alla tradizionale profilassi giornaliera. La Profilassi Pre-Esposizione (PrEP) Long-Acting, somministrata per via intramuscolare ogni due mesi, garantisce un rilascio prolungato e costante del principio attivo nel sangue, mantenendo livelli terapeutici ottimali per contrastare l’infezione.

L’evento “HIV call 2024”

Alla luce di quanto sopra, l’evento “HIV Call 2024: nuove opportunità di gestione e prevenzione per l’emergenza sanitaria silente”, ospitato presso la Camera dei Deputati lo scorso 12 settembre su iniziativa dell’on. Luciano Ciocchetti e organizzato da Cencora-Pharmalex – con il patrocinio dell’Intergruppo Parlamentare One Health, dell’Istituto Superiore di Sanità, SIMaST e SIMIT, e con il contributo non condizionato di ViiV Healthcare Italia – ha rappresentato un’occasione di confronto tra clinici, istituzioni e associazioni di pazienti,  focalizzato sulle innovazioni terapeutiche e sulle sfide della prevenzione dell’HIV.

Cruciale rendere ampiamente disponibile la Long-Acting PrEP

Le linee guida aggiornate dell’OMS sottolineano l’importanza di rendere la Long-Acting PrEP ampiamente disponibile, riconoscendole un ruolo essenziale nella tutela della salute pubblica. Secondo la relazione dell’ECDC del 2021, l’Italia si colloca al 16° posto su 28 Paesi per il numero di persone che hanno ricevuto la PrEP almeno una volta.

«Il trattamento Long-Acting aiuta a superare lo stigma e l’auto-stigma associato sia alla malattia sia alla terapia e riduce le probabilità di interruzione del trattamento, elemento fondamentale per le patologie trasmissibili, in particolare per l’HIV. Offre, inoltre, numerosi vantaggi: migliora la qualità della vita del paziente, semplifica la gestione del trattamento e offre un’opportunità unica legata alla somministrazione periodica, utile anche al monitoraggio complessivo della persona con HIV», ha dichiarato il prof. Andrea Antinori, direttore del Dipartimento Clinico e di Ricerca Malattie Infettive Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani Irccs di Roma.

«Gli studi clinici dimostrano che strategie preventive e cure Long-Acting favoriscono una maggiore aderenza al trattamento, riducendo il rischio di fallimento della terapia e aumentando l’efficacia della prevenzione dall’infezione. La formulazione iniettabile migliora la biodisponibilità del farmaco e riduce le interazioni con altri medicinali, offrendo un’opzione terapeutica più pratica ed efficace», ha aggiunto Massimo Andreoni, professore emerito di Malattie Infettive, Università degli Studi di Roma Tor Vergata e direttore scientifico della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT).

Lavorare sul sommerso e puntare a maggiore informazione, a partire dalle scuole

L’evento ha enfatizzato altresì la necessità di continuare a lavorare sul sommerso, abbattere le barriere dello stigma, facendo conoscere le nuove strategie preventive e le opportunità di cura. In tema di prevenzione, è stata sottolineata l’importanza di accrescere l’informazione e la sensibilizzazione verso le malattie sessualmente trasmissibili, le quali, peraltro, hanno subito un forte incremento nel post Covid, a partire dalle scuole.

La presentazione del position paper

Altresì, nel corso dei lavori, è stato presentato il position paper “Farmaci Long-Acting (LA): nuove prospettive nella gestione e prevenzione dell’HIV”, che delinea le strategie per la gestione e la prevenzione dell’HIV con un focus particolare sulle innovazioni terapeutiche.