Verso un ecosistema del farmaco

Emanuela Omodeo Salé, direttrice Farmacia Ospedaliera Istituto Europeo di Oncologia direttrice Farmacia Ospedaliera Centro Cardiologico Monzino Milano

L’impatto sull’ambiente è arrivato giustamente anche in ospedale e quindi anche noi farmacisti ci stiamo sempre di più interrogando sul ruolo della professione in termini di “capacità di contribuire a trovare soluzioni nuove a problemi nuovi”, tenendo conto che anche la nuova Legislazione europea ci porterà a interpretare un ruolo da protagonisti nel disegno di un ecosistema del farmaco a livello universale. Un sistema che dovrà affrontare il tema in termini d’innovazione sostenibile e pulita che dovrebbe portare al ripensamento delle fasi di logistica, produzione, gestione e smaltimento.

Sarà quindi importante trovare un nuovo approccio al sistema delle cure: una nuova sanità deve essere cosciente della sua responsabilità nei confronti all’uso delle risorse, della necessità di avere un basso impatto ambientale (“non si può immaginare un’organizzazione che da un lato cerca di guarire le persone e dall’altro contribuisce a creare un ambiente da cui emergono sempre nuove patologie”) e dell’urgenza di integrare sostenibilità, fiscalità, ambiente e innovazione in un unico framework.

Il tutto nella logica dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che definisce “sistema sanitario sostenibile” quello “che migliora, mantiene o ripristina la salute, minimizzando l’impatto negativo sull’ambiente e sfruttando le opportunità per ripristinarlo e migliorarlo a beneficio della salute e del benessere della generazione attuale e futura” (Environmentally sustainable health systems: a strategic document, 7.02.2017, WHO).

Questo è stato un argomento anche ampiamente dibattuto e affrontato durante il congresso europeo della European Association of Hospital Pharmacists di quest’anno e le proposte emerse sono state che i farmacisti ospedalieri devono entrare nelle valutazioni delle terapie, dei dispositivi medici, delle apparecchiature, con una visione di “categorie ambientali” e d’impatto sociale: possibilità di smaltimento a basso impatto, riduzione delle emissioni ospedaliere nella logica del controllo del carbon footprint (che si riferisce al controllo delle attività che portano a emissioni di CO2), gestione “pulita” della logistica e dell’approvvigionamento.

Tutti temi nuovi in ambito sanitario, ma centrali rispetto a un approccio di ecosistema.

Pertanto, anche al nostro congresso SIFO di ottobre affronteremo questo tema molto caldo e molto attuale.

Dovremo prepararci ad affrontare le nuove sfide del green, dove il farmacista avrà sicuramente un ruolo chiave e quindi speriamo di poter fornire gli strumenti utili e necessari a un cambiamento sostenibile.