Il carcinoma polmonare a cellule non piccole (NSCLC) sviluppa facilmente resistenza agli agenti chemioterapici. Questa caratteristica è agita dalle cellule staminali tumorali, ma non è ancora stato chiarito quale sia il pathway molecolare che porta alla resistenza alla chemioterapia. Ciò rende difficile trattare questa forma oncologica, diffusa sia tra i fumatori sia tra non fumatori.
Uno studio condotto dal Dipartimento di Oncologia e Medicina Molecolare dell’Istituto Superiore di Sanità, dall’Istituto di Genetica e Biofisica Adriano Buzzati Traverso del Centro Nazionale delle Ricerche (CNR-IGB) e da due istituti cinesi, ha osservato l’espressione di CRIPTO in questa forma tumorale.
CRIPTO è una proteina ancorata al glicosilfosfatidilinositolo che regola l’autorinnovamento e la differenziazione di molte cellule staminali ed è stata individuata come sovraespressa in molte forme tumorali, compreso il cancro polmonare, dove viene associato a una prognosi peggiore.
Nasce il dubbio che questa proteina sia associata anche allo sviluppo di resistenza nei confronti della chemioterapia.
Nel loro nuovo studio, gli autori hanno prelevato cellule staminali di due tipi di carcinoma polmonare NSCLC, un adenocarcinoma e un carcinoma a cellule squamose, e le hanno coltivate in laboratorio. Il primo passo è stato utilizzare la citofluorometria per individuare le cellule con CRIPTO sovraespresso e quelle senza questa caratteristica.
Gli autori si sono così accorti che i due gruppi possono facilmente convertirsi l’uno nell’altro, a dimostrazione della grande flessibilità delle cellule staminali di questo tumore. Si è così passati a far sovraesprimere o sottoesprimente la proteina in modo artificiale, tramite appositi RNA: si è così potuto osservare che, effettivamente, CRIPTO influenza la crescita delle culture in vitro.
Non solo. Una volta sottoposte queste culture cellulari ad agenti chemioterapici, in particolare Cisplatino più Gemcitabina per 4 giorni, gli autori hanno potuto osservare una lenta ma progressiva espressione difensiva di CRIPTO dalle cellule stesse, o almeno da quelle che sono sopravvissute al trattamento. Ciò si vede poco nelle prime ore, ma l’effetto è decisamente più marcato via via che passa il tempo.
Va da sé che anche poche staminali sopravvissute consentono al tumore di tornare a crescere una volta concluso il ciclo chemioterapico.
Secondo questi e altri dati ancora ottenuti dallo studio, valutare la presenza di CIRPTO nelle cellule del tumore ai polmoni NSCLC permetterebbe di individuare i casi a maggior rischio di resistenza alla chemioterapia.
Se questa scoperta dovesse essere confermata, si avrebbe un nuovo target per lo sviluppo di farmaci in grado di inattivare lo sviluppo di resistenza in questi tumori e consentirne così la cura. Come accennato, allo studio hanno partecipato anche Istituti cinesi, in particolare l’Istituto di Patologia e il Centro Oncologico Southwest del Southwest Hospital di ChongQing e, ancora più importante, il Ministero della Scienza e della Tecnologia cinese.
(Lo studio: Francescangeli F, De Angelis ML, Rossi R, Sette G, Eramo A, Boe A, Guardiola O, Tang T, Yu S-C, Minchiotti G and Zeuner A (2022). CRIPTO Is a Marker of ChemotherapyInduced Stem Cell Expansion in NonSmall Cell Lung Cancer. Front. Oncol. 12:830873. doi: 10.3389/fonc.2022.830873)
Stefania Somaré