CAR-T per gliomi pediatrici allo studio al Bambino Gesù

(immagine: Wikipedia)

I gliomi diffusi della linea mediana sono tumori pediatrici rari, le diagnosi sono di circa 20-25 casi l’anno, con un picco di incidenza tra i 5 e i 10 anni di età.
Si tratta di tumori molto aggressivi che tendono a crescere rapidamente e andare in profondità e solo il 5% dei soggetti colpiti sopravvive a 5 anni; la sopravvivenza media è 9-12 mesi.
La sede di questi tumori colpisce le aree che regolano funzioni vitali come quelle respiratorie e cardiache.
Inoltre, data la localizzazione, questi tumori sono inoperabili e devono essere trattati con chemioterapia e radioterapia.
La mutazione più spesso responsabile dello sviluppo di questa neoplasia è a carico della proteina H3K27M.

Uno studio si propone di dimostrare che una combinazione di terapia genica e farmacologica possa inibire la crescita di questo cancro.
La terapia, basata sul farmaco sperimentale Linsitinib e su cellule CAR-T, è stata sviluppata da ricercatori dell’Area di Ricerca di Oncoematologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, coordinata dal prof. Franco Locatelli, con la collaborazione dell’Istituto Superiore di Sanità, del Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs di Roma e dell’Institute of Cancer Research di Londra.
Al momento si tratta di una terapia sperimentata prima in vitro, su cellule derivate da varie forme della neoplasia, e poi su modelli animali.
Linsitinib è stato individuato attraverso uno screening farmacologico e inibisce in modo specifico la proteina IGF1R, presente sulla membrana delle cellule tumorali di glioma. Le cellule CAR-T invece sono state progettate per colpire l’antigene GD2, espresso dal tumore.
Gli autori hanno verificato l’efficacia dei due trattamenti separatamente e usati in sinergia, dimostrando che se utilizzati insieme producono un effetto maggiore sul rallentamento della crescita tumorale.

Si suppone che il farmaco riesca ad amplificare l’attività delle cellule CAR-T e che queste riescano a far strada al farmaco nel superare la barriera ematoencefalica.

Il prof. Locatelli sottolinea che «la nuova strategia di cura ha fornito risultati pre-clinici promettenti e potrebbe rappresentare il primo passo per arrivare a trattare con successo una proporzione dei pazienti affetti da questa terribile forma di tumore».

Certo, prima di poter passare alla sperimentazione clinica è necessario mettere a punto le migliori modalità per veicolare il farmaco e sperimentare il tutto su linee tumorali più complesse.

(Lo studio: de Billy E, Pellegrino M, Orlando D, Pericoli G, Ferretti R, Businaro P, Ajmone-Cat MA, Rossi S, Petrilli LL, Maestro N, Diomedi-Camassei F, Pezzullo M, De Stefanis C, Bencivenga P, Palma A, Rota R, Del Bufalo F, Massimi L, Weber G, Jones C, Carai A, Caruso S, De Angelis B, Caruana I, Quintarelli C, Mastronuzzi A, Locatelli F, Vinci M. Dual IGF1R/IR inhibitors in combination with GD2-CAR T-cells display a potent anti-tumor activity in diffuse midline glioma H3K27M-mutant. Neuro Oncol. 2021 Dec 29:noab300. doi: 10.1093/neuonc/noab300. Epub ahead of print. PMID: 34964902)

Stefania Somaré