BIM nella gestione del dolore acuto

Budget Impact Model di una nuova formulazione a dose fissa di paracetamolo e ibuprofene per vie endovenosa, nella gestione del dolore acuto da lieve a moderato. 

Il dolore e le malattie a esso correlate rappresentano una questione rilevante sia nei Paesi sviluppati sia in quelli a medio e basso reddito, con impatto significativo su individui e sistemi sanitari nazionali.

La Società Italiana di Medicina Generale definisce il dolore acuto “dolore di breve durata che corrisponde a un danno tissutale, finalizzato ad allertare il corpo sulla presenza di stimoli pericolosi o potenzialmente tali nell’ambiente e nell’organismo stesso”.

Nel dolore acuto risulta ben evidente il rapporto causa-effetto rispetto all’eziopatogenesi che lo determina; il dolore si esaurisce quando cessa l’applicazione dello stimolo o si ripara il danno che l’ha prodotto. Il dolore acuto, se non gestito correttamente, diventa dolore persistente e in alcuni casi può evolvere in dolore cronico.

È importante instaurare un trattamento antalgico tempestivo ed efficace per prevenire la cronicizzazione del dolore e dunque le conseguenze a esso connesse. Dal punto di vista economico, in Italia, negli ultimi cinque anni si è registrato un aumento lieve ma sostenuto delle prescrizioni di antidolorifici, con una spesa complessiva nel 2019 a carico del SSN pari a circa 400 M€.

In Europa, il trattamento del dolore da trauma in ambito pre-ospedaliero e nei reparti di emergenza risulta molto simile e consiste principalmente nella somministrazione di paracetamolo, farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), protossido di azoto (N2O) e oppioidi.

ll paracetamolo e/o i FANS sono spesso usati come terapia di prima linea per il dolore da lieve a moderato; la via di somministrazione è solitamente orale o endovenosa (IV) (scelta che dipende dal setting e dal bisogno del paziente).

Il rapporto OSMED sull’uso dei farmaci in Italia pubblicato del 2021 riporta come negli ultimi sette anni il consumo di farmaci antipiretici sia progressivamente aumentato passando da 16,2 a 20,9 DDD/1000 abitanti die.

Il paracetamolo da solo o in associazione occupa il primo posto in termini di spesa con 7,97 euro pro capite e di consumi con 11,3 DDD/1000 abitanti die, mentre l’ibuprofene è il secondo principio attivo per consumi (2,8 DDD/1000 abitanti die) e per spesa (2,82 euro), oltre a rappresentare il farmaco con il più alto costo per giornata di terapia con 2,79 euro, in aumento del 3,8% rispetto al 2020.

Metodi

Per valutare l’impatto sul budget dell’introduzione di una combinazione a dose fissa di paracetamolo e ibuprofene EV, nella gestione a breve termine del dolore acuto da lieve a moderato nei pazienti adulti in Italia, è stato sviluppato un Modello di Budget Impact, secondo le linee guida metodologiche pubblicate dall’International Society of Pharmacoeconomics and Outcomes Research (ISPOR).

L’analisi ha tentato di confrontare i seguenti scenari: 1) status quo (attuale distribuzione dei pazienti con etĂ  â‰Ľ 18 anni tra i farmaci attualmente commercializzati in Italia per il trattamento del dolore acuto da lieve a moderato in Italia, analgesici-antipiretici, oppioidi e FANS); 2) scenario alternativo, in cui si prevede l’introduzione sul mercato della combinazione a dose fissa di paracetamolo e ibuprofene per il trattamento del dolore acuto da lieve a moderato.

L’analisi è stata condotta e considerando un orizzonte temporale pari a 3 anni considerando i costi di acquisizione e i costi associati alla gestione degli eventi avversi correlati a ciascun trattamento.

Popolazione eleggibile e scenari in analisi

Il numero di pazienti con dolore acuto da lieve a moderato eleggibili al trattamento in combinazione a dose fissa di paracetamolo e ibuprofene è stato stimato dividendo i mg totali erogati in un anno per ciascun trattamento (dati IQVIA) per i mg annui totali per paziente stimati sulla base della posologia raccomandata e riportata nella scheda tecnica di ciascun trattamento. In questo modo, il numero di pazienti eleggibili al trattamento in analisi è risultato pari a circa 5,1 milioni.

A oggi (status quo), il trattamento maggiormente impiegato risulta essere il paracetamolo (circa il 53% dei pazienti eleggibili trattati), seguono ibuprofene (circa il 28% dei pazienti eleggibili trattati) e paracetamolo in combinazione con ibuprofene (10% dei pazienti eleggibili trattati).

Nello scenario alternativo è stato assunto che la quota di pazienti trattata con la nuova combinazione a dose fissa di paracetamolo e ibuprofene risulterà del 7,2%, del 10,2% e dell’11,2% rispettivamente al primo, secondo e terzo anno di analisi.

Eventi avversi correlati al trattamento

Le stime d’incidenza degli eventi avversi correlati a ciascun trattamento considerato all’interno dell’analisi sono state ottenute da una revisione sistematica della letteratura condotta rispetto al dolore cronico comprendente 83 studi di confronto tra oppioidi e placebo e 12 studi di confronto tra oppioidi e FANS.

In particolare, da tale studio è emerso che ai pazienti trattati con oppioidi risulta associato un maggiore rischio di manifestare vomito, nausea, costipazione, mal di testa e prurito rispetto ai pazienti trattati con FANS.

Parametri di costo

Il costo di acquisizione di ciascun trattamento considerato nell’analisi è stato calcolato moltiplicando il prezzo ex-factory netto al mg per la dose raccomandata e indicata nella scheda tecnica di ciascun trattamento (tabella 1). Per il calcolo del costo di acquisizione sono stati inoltre considerati una BSA pari a 1,7 m2 e un peso medio pari a 70 kg.

Per la formulazione a dose fissa è stato assunto un numero di somministrazioni inferiore in quanto gli studi registrativi dimostrano un potere analgesico superiore derivante dalla sinergia dei due principi attivi, che permette di raggiungere l’effetto analgesico prima di quanto avvenga con l’uso in contemporanea delle due molecole singole.

Con riferimento alla stima del costo associato alla gestione di ciascun evento avverso, gli eventi avversi nausea, mal di testa, prurito e vomito sono stati valorizzati mediante i costi per evento emersi dalla letteratura, mentre l’evento avverso costipazione, in assenza di informazioni provenienti dalla letteratura, è stato valorizzato mediante le indicazioni terapeutiche pubblicate da Aifa (tabella 2).

Tabella 1. Posologia e costo di acquisizione dei trattamenti in analisi
Tabella 2. Costo degli eventi avversi

Risultati e conclusioni

Il modello ha permesso di stimare una spesa annua associata alla gestione del dolore acuto da lieve a moderato in Italia pari a circa 349,5 milioni di euro.

L’introduzione dell’associazione a dose fissa di paracetamolo e ibuprofene potrebbe generare una riduzione della spesa sostenuta dal SSN pari a circa 0,5, 1,2, 1,5 milioni di euro rispettivamente nel primo, secondo e terzo anno di analisi, con un risparmio cumulato di circa 3,2 milioni di euro.

Tale studio tenta di gettare le basi per ulteriori approfondimenti volti alla valutazione dei costi associati alla gestione del dolore acuto in Italia, soprattutto in un contesto in cui le informazioni a riguardo risultano assenti. I risultati di questa analisi non sono esenti da limiti, per cui andrebbero interpretati tenendo in considerazione le assunzioni che sono state effettuate a causa della mancanza d’informazioni disponibili.

In primo luogo, l’analisi ha considerato solo costi di acquisizione del farmaco e costi di gestione degli eventi avversi correlati al farmaco, dunque le stime di costo fornite potrebbero rappresentare una sottostima del burden economico reale associato alla gestione del dolore acuto. Inoltre, le stime d’incidenza derivano dal confronto diretto tra farmaci oppioidi vs placebo e/o FANS; dunque, non provengono da un’analisi di confronto indiretto.

Infine, sempre con riferimento alle stime d’incidenza degli eventi avversi, all’interno del modello è stata effettuata l’assunzione per cui le stime d’incidenza stimate per il braccio placebo potessero essere assimilabili alle stime d’incidenza associate al trattamento con paracetamolo e al trattamento con paracetamolo in combinazione con ibuprofene; tale assunzione è stata effettuata a causa dell’assenza di informazioni sull’incidenza degli eventi avversi correlati a questi analgesici.

In conclusione, l’analisi ha evidenziato che l’introduzione dell’associazione a dose fissa di paracetamolo e ibuprofene per la gestione del dolore acuto da lieve a moderato in Italia potrebbe generare una riduzione della spesa sostenuta dal SSN, in termini sia di spesa farmaceutica sia di spesa associata alla gestione degli eventi avversi.

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