Antibiotico resistenza, un programma dedicato alla chirurgia vascolare

Da anni l’OMS sprona i Paesi di tutto il mondo a sviluppare e attuare programmi di gestione dell’antibiotico resistenza, facendo formazione affinché gli antibiotici siano usati in modo più corretto e consapevole. Parallelamente, il mondo farmaceutico sta lavorando allo sviluppo di nuove sostanze efficaci.
Migliorare l’uso degli antibiotici richiede di agire a livello di territorio e a livello ospedaliero. Negli ospedali la cultura dell’antibiotico resistenza deve arrivare a permeare ogni singolo reparto.

A tal fine, la Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia ha sviluppato un programma dedicato al reparto di Chirurgia Vascolare, i cui pazienti hanno caratteristiche cliniche che li rendono facili prede di infezioni da microrganismi multiresistenti.

Più in dettaglio, l’intervento si è basato sulla presenza in reparto di almeno due esperti di patologia infettiva due volte la settimana per un paio d’ore, per discutere insieme a un chirurgo esperto i casi dei pazienti ricoverati da almeno 48 ore e sotto terapia antibiotica o antifungina per valutare la bontà della prescrizione, senza tenere conto delle profilassi pre-intervento.

In questa sede si stabilisce se proseguire il trattamento, bloccarlo, ridimensionarlo, cambiarne la dose, modificare l’antibiotico usato o aggiungerne altri.
Inoltre, una volta al mese vengono organizzati incontri di educazione sanitaria per aumentare le conoscenze dei professionisti che vi lavorano rispetto all’antibiotico resistenza, infezioni correlate con l’assistenza e controllo dell’infezione.

Il programma è durato 12 mesi, in via sperimentale, coinvolgendo 108 pazienti, per un totale di 186 prescrizioni revisionate, per lo più in de-escalation (20,97%), ma non solo. Nel 18,28% dei casi si è deciso di iniziare una terapia antimicrobica e nel 17,20% di effettuare una escalation.

Nel 41,4% dei casi, però, la discussione condivisa ha portato a una de-escalation, alla sospensione di terapia o alla decisione di non iniziarla neanche, a indicare che spesso queste sostanze sono sovra-utilizzate.

Nel corso dell’anno di prova, gli ideatori del programma hanno misurato alcuni indici, così da poterne valutare l’efficacia.
I risultati riguardano l’efficacia del programma nel ridurre i casi di infezione multiresistente nel reparto coinvolto ed eventuali cambiamenti nel numero di ricoveri, durata della permanenza, tasso di mortalità in ospedale per tutte le cause, consumo di antibiotici e costi.

Per quanto riguarda il numero di resistenza a più antibiotici, gli autori sottolineano una riduzione dei casi giunti in reparto, anche se il risultato non è statisticamente significativo se non per Pseudomonas aeruginosa.
In questo periodo non si sono registrati casi di infezioni da Clostridium difficile.

Nessun cambiamento è stato registrato nel numero di pazienti ricoverati, nel tasso di mortalità in ospedale e nella durata della permanenza, ma gli autori sottolineano di aver osservato una maggiore consapevolezza negli operatori del reparto, consapevolezza che si traduce in un miglior uso degli antibiotici, in particolare con riduzione della prescrizione di carbapenemi, la cui DDDs*100 PDs è passata da 4,53 to 1,51, daptomicina, con riduzione da 2,64 to 0,05, e linezolide, con riduzione da 0,49 a 0,26.

Parallelamente, è lievemente aumentato l’uso di alcune classi di antibiotici più specifici, come trimetoprim/sulfametossazolo, la cui DDDs è passata da 3,953 a 7,191, penicillina orale (da 33,92 a 36.91) e cefalosporine di terza generazione (da 3,52 a 4,29).

Inoltre, si è iniziato a utilizzare la fosfomicina orale per le infezioni non complicate del tratto urinario, al posto dei betalactami.
Interessante osservare che il costo per gli antimicrobici utilizzati dal reparto di Chirurgia Vascolare dell’ospedale pavese è calato nei 12 mesi di studio, passando da 54.876,44 euro a 21.777,26 euro, con un risparmio netto di 33.099,18 euro. Questi risultati, certamente positivi, suggeriscono l’utilità di un approccio multidisciplinare al problema dell’antimicrobico-resistenza.

(Lo studio: Vecchia M, Colaneri M, Sacchi P, Marvulli LN, Salvaderi A, Lanza J, Boschini S, Ragni F, Marone P, Cutti S, Muzzi A, Marena C, Calvi M, Scudeller L, Marone EM, Bruno R. Implementation of an antimicrobial stewardship program in the Vascular Surgery ward of a university tertiary care hospital in Pavia, Northern Italy. BMC Infect Dis. 2023 Mar 7;23(1):138. doi: 10.1186/s12879-023-08061-x. PMID: 36882761; PMCID: PMC9993681)