Vasculiti ANCA, danno renale e azione di avacopan

Il 38% dei pazienti con vasculite associata ad anticorpi anti-citoplasma dei neutrofili, detti ANCA, sviluppa patologia renale grave entro i 5 anni, necessitando di dialisi.
Nel 2021 è stato approvato avacopan, un nuovo farmaco da assumere oralmente che sembra in grado di favorire la remissione di queste vasculiti.

Lo studio di riferimento, di fase III, si chiama ADVOCATE e ha coinvolto 331 pazienti con granulomatosi attiva con poliangioite o poliangioite microscopica.
I pazienti sono stati divisi in due gruppi: uno di 166 soggetti che hanno assunto 30 mg di avacopan due volte al giorno; l’altro di 165 pazienti trattati con 30 mg al giorno di prednisone due volte al giorno.
Tutti i pazienti avevano uno score BVAS (Birmingham Vasculitis Activity Score) di 16 all’inizio del trattamento e reni già compromessi.

In questo primo studio (doi: 10.1056/NEJMoa2023386), gli autori avevano sottolineato che il nuovo farmaco è più efficace del prednisone nel favorire la remissione di malattia: dopo 26 settimane di trattamento, infatti, il 72,3% del gruppo di studio aveva un indice BVAS pari a 0, contro il 70,1% del gruppo di controllo. A 52 settimane la forbice tra le due percentuali, rispettivamente 65,7% e 54,9%, si è ampliata.

Di recente i ricercatori di ADVOCATE hanno pubblicato nuovi dati, basati sull’osservazione degli esiti di 50 soggetti con iniziale velocità di filtrazione glomerulare minore di 20 ml/min per 1,73 m², ovvero con reni molto danneggiati.

Si tratta, quindi, di uno studio di sottopopolazione. 27 pazienti hanno assunto due volte al giorno 30 mg di avacopan più un placebo corrispondente al prednisone, mentre gli altri 23, al contrario, hanno assunto 30 mg di prednisone e un placebo corrispondente all’avacopan.

In aggiunta, i partecipanti hanno assunto una delle seguenti terapie: 15 mg per kg di ciclofosfamide intravascolare fino a 1,2 g il giorno 1 della settimana 2,4,7 e 13; 2 mg per kg di peso di ciclofosfamide orale per 14 settimane; 375mg/m²/wk di rituximab per 4 settimane.
Dalla quindicesima settimana in poi, la ciclofosfamide è stata sostituita da 2 mg per kg di peso al giorno di azatioprina.

Il nuovo studio sembra confermare la maggiore efficacia di avacopan rispetto al prednisone. Il 41% dei soggetti studio ha visto crescere, infatti, la propria velocità di filtrazione glomerulare di almeno 2 punti, mentre ciò è successo solo nel 13% dei pazienti di controllo.
In alcuni pazienti di studio la velocità di filtrazione glomerulare è salita addirittura a 30 o 45 ml/min per 1.73 m² e in uno si è addirittura arrivati a 65 ml/min per 1.73 m².

Inoltre, gli autori sottolineano come tra la settimana 26 di trattamento e la 52 si osservi una costante ripresa della funzionalità renale nei soggetti studio, rispetto a quelli di controllo, nei quali invece si raggiunge una sorta di plateaux.
I pazienti che hanno assunto il nuovo farmaco, inoltre, hanno visto miglioramenti rapidi sia nell’albuminuria che nell’ematuria, a conferma del maggior benessere renale.

(credits: autori dello studio)

Per concludere, questi pazienti hanno anche visto diminuire dell’81% le dosi di glicocorticoidi da assumere. Certo, non sono mancati in entrambi i gruppi casi di peggioramento e anche di morte, quest’ultima non causata dallo studio.

Per concludere, alcuni dati di sicurezza: il numero di eventi avversi occorsi nei due gruppi, rispettivamente del 48,1% (studio) e del 69,9% (controllo), indicano l’avacopan come più sicuro del prednisone.
Questi esiti portano gli autori a domandarsi se il farmaco potrebbe essere utile anche nei pazienti con velocità di filtrazione glomerulare inferiore a 15.

(Lo studio: Cortazar, Frank B.Peh, C. Au et al. Renal Recovery for Patients with ANCA-Associated Vasculitis and Low eGFR in the ADVOCATE Trial of Avacopan. Kidney International Reports, Volume 0, Issue 0. Doi: https://doi.org/10.1016/j.ekir.2023.01.039)