17 novembre, giornata mondiale del tumore al pancreas

Il carcinoma del pancreas incute ancora molta paura. Sia perché resta uno dei big killer in ambito oncologico, con una prognosi spesso infausta, che attualmente lo colloca al quarto posto per mortalità, sia perché i casi in Italia sono in aumento, essendo passati da 12.500 nel 2015 a 14.300 nel 2020.

Di fronte a ciò, la ricerca si conferma fondamentale, come viene ribadito in occasione della Giornata mondiale del tumore al pancreas, che quest’anno si celebra il 17 novembre. Di seguito alcuni dei più importanti progetti in corso in questo settore.

Un modello dell’organo

Una delle ricerche più interessanti riguarda la creazione di un modello dell’organo (detto “phantom”) in materiale artificiale, a cui stanno lavorando, in un laboratorio dedicato, i ricercatori di Humanitas University, Istituto Clinico Humanitas e Politecnico di Milano. Il prototipo sarà utile sia per il training di chirurghi e specializzandi, sia per individuare strumenti specifici da impiegare nella chirurgia pancreatica, come appositi fili di sutura e colle.

«Molto spesso i materiali utilizzati in questo tipo di chirurgia sono progettati per altri organi e successivamente adattati», spiega Alessandro Zerbi, responsabile dell’unità operativa di Chirurgia pancreatica dell’Istituto Clinico Humanitas e professore ordinario di Chirurgia generale all’Humanitas University. «Ogni organo ha, però, caratteristiche anatomiche e funzionali specifiche e il pancreas, in particolare, produce il succo pancreatico, un liquido molto corrosivo, in grado di erodere le suture dopo l’intervento, con il rischio di emorragie o infezioni».

«Grazie a uno speciale macchinario, è possibile studiare piccole porzioni di tessuto pancreatico, arrivando a elaborarne la completa caratterizzazione, con l’obiettivo di sviluppare un modello che riproduca la forma e le caratteristiche tattili, elastiche e di resistenza meccanica del pancreas stesso», sottolinea Maria Laura Costantino, professore ordinario di Bioingegneria industriale e responsabile del Laboratorio Artificial Organs del Politecnico.

Intelligenza artificiale

Un altro studio, realizzato con il supporto dei ricercatori dell’Humanitas Artificial Intelligence Center, riguarda l’applicazione di algoritmi di intelligenza artificiale ai dati clinici e agli esami di imaging pre-intervento, allo scopo di riuscire a predire le eventuali complicanze post-operatorie e la loro gravità, in modo da mettere in atto provvedimenti per limitarle.

Medicina personalizzata

Vari progetti di ricerca dell’Istituto Clinico Humanitas sono poi dedicati all’identificazione di marcatori prognostici, soprattutto di tipo metabolico e immunologico. «Si tratta di rintracciare, nei campioni di tumore prelevati con la biopsia, molecole che permettano di predire in anticipo, paziente per paziente, la risposta alle terapie. Oltre al tessuto malato, viene analizzato anche il microambiente tumorale, incluse le cellule del sistema immunitario», chiarisce Federica Marchesi, professore associato di Patologia generale all’Università degli Studi di Milano e ricercatrice nei laboratori di Humanitas.

Il ruolo della fibrosi

Un’ulteriore sperimentazione, portata avanti dall’équipe del professor Zerbi, concerne il ruolo della fibrosi, ovvero l’ispessimento dei tessuti e la formazione di cicatrici causati dall’attivazione immunitaria e dall’infiammazione che accompagnano la malattia. Si tratta di un fenomeno particolarmente accentuato nel tumore del pancreas, con un ruolo ancora poco compreso nella progressione della patologia.

Autotrapianto delle isole pancreatiche

Infine, un altro studio, pubblicato su Annals of Surgery e condotto da esperti del San Raffaele Diabetes Research Institute, del Pancreas Center dell’Ospedale San Raffaele e dell’Istituto Clinico Humanitas, riguarda la chirurgia. In particolare, questa ricerca evidenzia che, in alternativa alla duodenocefalopancreasectomia, un intervento molto complesso che prevede asportazione della testa del pancreas, del duodeno e della via biliare terminale, è possibile rimuovere il pancreas e realizzare, nel contempo, l’autotrapianto delle isole pancreatiche, per conservare la produzione di insulina e glucagone, necessari per regolare la glicemia.

Paola Arosio