STOPPFrail consente di ridurre i farmaci e i costi associati e migliorare l’appropriatezza prescrittiva. Un esempio irlandese.
Sono numerosi gli anziani che assumono più di 5 farmaci al giorno, ai quali vanno spesso aggiunti farmaci da banco acquistati in autonomia, vitamine o integratori e prodotti erboristici.
Un mix che può diventare davvero pericoloso e dare vita a interazioni tra principi attivi che possono depotenziare o potenziare alcune azioni terapeutiche oppure dare una risposta differente da quella voluta. Senza calcolare i danni a carico di fegato e reni, spesso già fragili a causa dell’età.
Per rispondere a questa condizione moderna, negli ultimi anni è nato il movimento “Less is more”, che sostiene la necessità di ridurre al minimo i farmaci da prescrivere, attraverso un processo chiamato “deprescrizione”.
Un recente articolo dell’University College di Cork, in Irlanda, valuta l’efficacia di una app di deprescribing usata dal farmacista. La app si chiama STOPPFrail, per esteso “Screening Tool of Older Persons’ Prescriptions in Frail adults with a limited life expectancy”.
Qualche informazione su STOPPFrail
Sviluppata da un team irlandese, i criteri alla base di STOPPFrail sono stati inizialmente presentati su Age and Ageing nel 2017 (DOI: 10.1093/ageing/afx005). L’articolo raccontava, in particolare, la procedura di validazione avvenuta con metodo Delphi.
Il gruppo di esperti è riuscito a raggiungere un accordo su 27 dei 30 criteri originali, ritenendoli adatti a effettuare una deprescrizione dei farmaci in anziani sottoposti a multiterapia.
I criteri includono diverse terapie e farmaci: terapie ipolipemizzanti, alfa-bloccanti per l’ipertensione, antipiastrinici, neurolettici, memantina, inibitori della pompa protonica, antagonisti dei recettori H2, agenti antispastici, teofillina, antagonisti dei leucotrieni, integratori di calcio, terapia antiriassorbimento osseo, estrogeni selettivi modulatori dei recettori, antinfiammatori non steroidei, corticosteroidi, inibitori della 5-alfa-reduttasi, bloccanti selettivi alfa-1, antagonisti muscarinici, agenti diabetici orali, ACE-inibitori, bloccanti dei recettori dell’angiotensina, estrogeni sistemici, multivitaminici, integratori alimentari e profilattici antibiotici.
Nel nuovo studio, pubblicato su Journal of the American Medical Directors Association, gli autori hanno arruolato più di 90 pazienti anziani residenti in 6 comunità protette irlandesi.
Un farmacista ha valutato le terapie farmacologiche in atto per ogni paziente e ha proposto una deprescrizione al medico interno alle strutture. Il medico ha potuto scegliere se adottare o meno il suggerimento del farmacista.
Il farmacista ha individuato almeno un farmaco potenzialmente inappropriato nel 94% dei soggetti valutati: nel 26,6% dei casi, la motivazione della segnalazione è data indicazioni poco documentate, mentre nel 16,9% il farmaco indicato è la vitamina D. I medici coinvolti hanno accolto il 58% delle deprescrizioni e ne hanno implementate il 53%.
La situazione è stata valutata a 6 mesi dall’intervento, evidenziando una diminuzione del 9,7% del Drug Burden Index, del 9,6% della scala anticholinergic cognitive burden e del 3,7% del modified medication appropriateness index. Le variazioni sono restate stabili nel periodo di follow up. Non si hanno avuti invece cambiamenti nella frequenza di cadute, visite ai Pronto Soccorsi, ospedalizzazioni non elettive o qualità di vita.
Lo studio: Hurley E, Dalton K, Byrne S, Foley T, Walsh E. Pharmacist-Led Deprescribing Using STOPPFrail for Frail Older Adults in Nursing Homes. J Am Med Dir Assoc. 2024 Jun 28:105122. doi: 10.1016/j.jamda.2024.105122. Epub ahead of print. PMID: 38950585