Quello al seno è tra i tumori più studiati e per i quali, negli anni, si è riusciti a individuare strategie terapeutiche personalizzate che tengono conto delle caratteristiche intrinseche del tumore che si deve trattare.
Uno studio di scelta discreta condotto online in sei Paesi europei valuta se le convinzioni dei decisori sanitari siano, o meno, in linea con le preferenze delle donne con carcinoma alla mammella.
Lo studio si basa sulle risposte fornite a un questionario da pazienti con carcinoma in stadio avanzato o metastatico o alle fasi iniziali.
Il format chiede di compilare una serie di informazioni di carattere sociodemografiche e mediche, come età, stato della menopausa, livello di educazione, stato lavorativo, stadio del tumore, tipo di trattamento che si sta ricevendo o che si è ricevuto in passato e stato di salute generale.
Accanto a questa prima parte, c’è poi quella specifica per lo studio, nella quale si chiede ai soggetti di scegliere tra opzioni alternative, tipicamente due tipi di trattamento e l’opzione “nessun trattamento”, in 16 diversi scenari. Il questionario è stato realizzato in inglese e poi tradotto nelle lingue native dei Paesi coinvolti, ovvero Germania, Francia, Polonia e Spagna.
Hanno partecipato inoltre Gran Bretagna e Irlanda. In tutti gli autori hanno ricevuto risposta da 247 donne con tumore metastatico o in fase avanzata e 314 donne con tumore al primo stadio: viste insieme, si vede come gli aspetti di maggiore interesse per questo campione siano la gestione del dolore, la sopravvivenza e la possibilità di avere una vita buona e funzionale: il desiderio è tale da indurre questi soggetti a essere disposte a pagare di tasca propria terapie ad hoc.
Analizzando questi risultati gli autori evidenziano l’esistenza di una possibile separazione tra quello che viene percepito come importante da chi si occupa di Health Technology Assessment e i desiderata delle donne con cancro al seno, che nel momento in cui la prognosi diventa nefasta, preferiscono concentrarsi sulla riduzione del dolore e sul mantenere una vita funzionale il più a lungo possibile. Non solo. Lo studio individua 4 diverse classi di pazienti. Ai due estremi ci sono un 36% di donne pronte a seguire i trattamenti proposti e un 9.5% che invece li rifiuta, probabilmente perché temono che questi andranno a incidere negativamente sul loro benessere.
Altre due categorie invece prioritizzano il costo dei trattamenti: per un 15.9% più il trattamento è costoso e più deve essere efficace, quindi tendono a sceglierlo, mentre per un 38.5% l’importante è ridurre le disabilità e il dolore associate al tumore, anche se ciò significa pagare di tasca propria.
Non c’è uniformità nella divisione delle pazienti in queste classi nel campione, ma a seconda del Paese di origine c’è una differente distribuzione, probabilmente legata al tipo di modello sanitario cui si è abituate.
Questi risultati pongono la questione di quale siano gli outcome cui dare priorità nel riconoscere nuove forme di trattamento, dato che la sopravvivenza non sembra essere importante per tutte le donne.
(Lo studio: Stamuli, E., Corry, S., & Foss, P. (2023). Patient preferences do matter: A discrete choice experiment conducted with breast cancer patients in six European countries, with latent class analysis. International Journal of Technology Assessment in Health Care, 39(1), E21. doi:10.1017/S0266462323000168)