Tumore al polmone, avanzano i trattamenti personalizzati

In Italia il tumore al polmone rappresenta la prima causa di morte per cancro nell’uomo e il secondo nelle donne. Il fumo di sigaretta è il fattore di rischio principale per sviluppare questa forma tumorale: proprio per questa ragione, se una volta questo tipo di neoplasia era più frequente negli uomini, oggi le differenze di genere sono poche. La principale divisione è tra tumore a piccole cellule e tumore non a piccole cellule. Ognuna di queste forme si differenzia però ulteriormente. Esistono diverse forme di tumore al polmone. La sintomatologia che deve far destare il sospetto diagnostico comprende tosse persistente, segni di infezione polmonare, affanno, raucedine, dolore al torace, presenza di sangue nell’espettorato, febbre, inappetenza, calo ponderale non giustificato da diete o altri fattori e affaticamento.

In Italia, ogni anno sono circa 40.000 le persone che ricevono una nuova diagnosi: di queste, tra l’85% e il 90% presenta un tumore non a piccole cellule (NSCLC). Come per altre forme tumorali, sono note mutazioni che ne modificano la malignità. Tra queste, quella del gene EGFR, presente in circa il 15%-20% dei pazienti con tumore non a piccole cellule. Il paziente tipo con questa mutazione è non fumatore e, spesso, donna. Di tumore al polmone e terapia personalizzata si è parlato durante il convegno “EX20PLORE – The new way for EGFR NSCLC Patient”, tenutosi a Verona. Organizzato da Over Group, con il contributo incondizionato di Jansen, l’evento è stato occasione per parlare di inibitori dei checkpoint del sistema immunitario e altre innovazioni che si focalizzano sulle specifiche mutazioni genetiche del tumore.

Filippo de Marinis, direttore della Divisione di Oncologia Toracica, vicedirettore del Programma sul carcinoma polmonare, IEO Milano: «il ritardo nel riconoscimento dei sintomi porta ai pazienti paura e nei medici difficoltà nel capire il tipo di mutazione così da poterlo seguire con la terapia più adeguata, sin dalle prime fasi della diagnosi. I pazienti con NSCLC caratterizzato da mutazioni di inserzione dell’esone 20 dell’EGFR solo l’8% sopravvive a 5 anni dalla diagnosi: il rischio di progressione della malattia è molto alto. Da qualche settimana è rimborsata anche in Italia la prima terapia specifica di tipo biologico per i pazienti con questa tipologia di tumore al polmone, i cui studi hanno mostrato una maggiore efficacia, raddoppiando l’aspettativa di vita».

Aggiunge Silvia Novello, professore di Oncologia Medica presso il Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino, responsabile della Struttura Semplice Dipartimentale di Oncologia Toracica all’AOU San Luigi Gonzaga di Orbassano (TO), presidente di WALCE – Women Against Lung Cancer in Europe: «fondamentale distinguere le diverse varianti per identificare la terapia più adeguata a ogni paziente. Per questo motivo, la Next-Generation Sequencing (NGS) diventa indispensabile per una corretta diagnosi e per una terapia personalizzata. Siamo entrati nell’era della medicina di precisione e quindi mirata a individuare ogni piccola differenza sita in ogni essere umano e quindi paziente, dal semplice stile di vita al luogo in cui abita».
Un processo in atto da tempo per varie forme tumorali che sta portando a risultati una volta insperati, allungando l’aspettativa di vita dei pazienti.