Acinetobacter baumannii è tra i batteri più di frequente associati alle infezioni correlate all’assistenza ed è formato da ceppi resistenti alla maggior parte degli antibiotici, caratteristica data dalla capacità di impedire in modo selettivo a varie molecole di penetrare la loro membrana esterna.
Dati dell’Istituto Superiore di Sanità dicono che nel 2021 A. baumannii aveva raggiunto un valore di resistenza dell’85,8-90%, a seconda delle classi di antibiotici prese in considerazione. I meno efficaci sembra essere i fluorochinoni, seguiti dai carbapenemi e, infine, dagli aminoglicosidi. Queste percentuali sembrano essere in costante crescita.
Uno studio del Massachusetts Institute of Technology – MIT sembra avere individuato una nuova molecola attiva (abaucin) utilizzando un’intelligenza artificiale appositamente allenata per capire quali molecole possono ridurre la crescita batterica di A. baumannii.
Gli autori dello studio hanno anzitutto messo il batterio a crescere in presenza di oltre 7.000 molecole, tenendo traccia di quelle in grado di inibirne la crescita batterica. Fatto ciò, hanno trasmesso all’algoritmo le strutture molecolari delle molecole usate, con indicazione di efficacia o meno.
A questo punto, l’algoritmo era in grado di discriminare tra ulteriori 6680 molecole quelle che inibiscono la crescita di A. baumannii. Ne ha estratte poche centinaia.
Tra queste, gli autori ne hanno scelte 240, ovvero quelle con struttura molecolare differente da quella degli antibiotici già esistenti. La successiva fase sperimentale, condotta in laboratorio su topi e su ceppi isolati da pazienti umani, ha individuato 9 molecole capaci di contrastare il battere, tra le quali una molto potente e quindi promettente.
Si tratta di un farmaco ideato per curare il diabete che ha mostrato capacità selettiva nei confronti di A. baumannii, ma nessuna per altre specie batteriche, compresi Pseudomonas aeruginosa, Staphylococcus aureus e le Enterobatteriacee resistenti ai carbapenemi.
Questa molecola sarebbe quindi estremamente specifica, fattore positivo per la lotta all’antibiotico-resistenza.
Gli autori hanno anche individuato il potenziale meccanismo d’azione: la molecola sembra interferire con il trasporto delle lipoproteine dall’interno della cellula alla membrana.
Al momento il gruppo di ricerca sta cercando di ottimizzare le proprietà di abaucin, sperando di poterla poi usare sugli esseri umani.
Il valore di questo studio va però oltre l’antibiotico in sé e risiede nel modello utilizzato. Questo si era già rivelato utile nell’individuare una nuova molecola attiva contro Escherichia coli. Il fatto che abbia funzionato anche per A. baumannii permette di sperare che possa velocizzare la ricerca di nuovi antibiotici anche nei confronti di altri batteri resistenti.
(Lo studio: Liu, G., Catacutan, D.B., Rathod, K. et al. Deep learning-guided discovery of an antibiotic targeting Acinetobacter baumannii. Nat Chem Biol (2023). https://doi.org/10.1038/s41589-023-01349-8)