Sindrome da astinenza neonatale, farmaco antinausea potrebbe aiutare

Tra i danni che possono essere innescati nel neonato da eventuali abusi della madre vi è la sindrome da astinenza neonatale (SAN), condizione che colpisce dal 3% al 50% dei figli di donne che hanno fatto uso di stupefacenti o altre sostanze psicotrope durante la gravidanza.

La SAN può manifestarsi entro 24-48 ore dalla nascita, oppure tra i 5 e 10 giorni di vita, con una sintomatologia caratteristica, fatta di pianto inconsolabile, tremori e irritabilità, alterazioni nei cicli circadiani, difficoltà nell’alimentazione, aumento del tono muscolare, presenza di riflessi ipereccitabili e convulsioni, vomito, diarrea, disidratazione, febbre con temperatura corporea altalenante, tachipnea.

Questi neonati sono spesso ipereccitabili, necessitando quindi di un ambiente poco stimolante, di un’alimentazione ipercalorica e frazionata nel tempo e, nei casi più gravi, anche di terapia farmacologica.

Un recente lavoro della Stanford Medicine si concentra sui neonati con sindrome da astinenza da oppio, sostanza molto utilizzata negli Usa soprattutto per la gestione del dolore.

Secondo un report governativo, nel 2019 erano oltre 10 milioni gli statunitensi di età superiore ai 12 anni ad aver utilizzato oppioidi in modo improprio negli anni precedenti.
Tra questi, certamente anche donne in gravidanza, i cui figli nel 50-75% dei casi sviluppano la SAN, con una durata di 4-6 mesi.

Gli autori dello studio, pubblicato su Journal of Perinatology, individua una nuova strategia per il trattamento di questi neonati: si tratta di un comune farmaco antinausea, l’ondansetron, che deve essere somministrato preventivamente alla madre durante il travaglio e poi al nascituro per 5 giorni dopo la nascita.

In questo modo sembra che l’incidenza della SAN cali o che questa sindrome si manifesti in modo più lieve. Il lavoro è stato condotto in 8 centri statunitensi, tra i quali la Thomas Jefferson University e il Johns Hopkins Bayview Medical Center, coinvolgendo 90 madri che avevano usato oppioidi durante la gravidanza e i loro figli.

Le donne sono state suddivise in due gruppi: nel primo madre e neonato sono stati trattati con il farmaco, mentre nel secondo no.

Gli autori hanno quindi confrontato il manifestarsi della SAN e la sua gravità, calcolata con lo score Finnegan. Ci si è così accorti che i nascituri trattati sviluppano una sindrome più lieve del 20%, con una riduzione anche della durata del ricovero, che deve essere effettuato in Terapia Intensiva Neonatale.

Anche se un 20% di riduzione della gravità potrebbe sembrare poco, in reale è spesso sufficiente per non dover trattare i neonati con oppioidi per gestirne l’astinenza.
Il gruppo di ricerca sta ora cercando di capire se, somministrando l’ondansetron alla madre una settimana prima del parto, si possa incidere ulteriormente sulla SAN.

(Lo studio: Peltz, G., Jansson, L.M., Adeniyi-Jones, S. et al. Ondansetron to reduce neonatal opioid withdrawal severity a randomized clinical trial. J Perinatol (2022). https://doi.org/10.1038/s41372-022-01487-2)

Stefania Somaré