La lotta al colesterolo si arricchisce di un nuovo farmaco, di recente approvato in Italia dopo avere ricevuto l’autorizzazione della Commissione Europea a dicembre 2020.
Si tratta di inclisiran, una molecola innovativa che, interferendo con l’RNA messaggero, riesce a dimezzare i livelli di LDL, principale causa dell’aterosclerosi, la patologia vascolare più diffusa al mondo, responsabile di infarto miocardico e ictus cerebrale.
Il medicinale è indicato, in aggiunta a un regime alimentare controllato, per gli adulti con ipercolesterolemia primaria o dislipidemia mista, in associazione a una statina o a una statina con altre terapie ipolipemizzanti orali in pazienti non in grado di raggiungere gli obiettivi terapeutici del colesterolo con la dose massima di statine oppure in monoterapia o in associazione ad altre terapie ipolipemizzanti in pazienti intolleranti alle statine o per i quali le statine sono controindicate.
Il meccanismo d’azione
Nello specifico, il principio attivo è un piccolo RNA interferente (small-interfering RNA, siRNA) a doppio filamento, coniugato a un filamento codificante con N-acetilgalattosammina triantennaria, che favorisce la concentrazione nel fegato.
Una volta giunto in quest’organo, il farmaco riduce i livelli di RNA messaggero (mRNA), bloccando il gene della proproteina convertasi subtilisina kexina di tipo 9 (Pcsk9), che impedisce l’assorbimento epatico del colesterolo.
Per effetto di ciò, la captazione di quest’ultimo da parte del fegato aumenta, riducendo, di conseguenza, la sua presenza nel sangue.
«Questa molecola è capostipite di una nuova classe di farmaci mirati a sradicare la malattia aterosclerotica all’origine, grazie a un meccanismo che permette di ridurre il colesterolo Ldl in maniera non solo efficace, ma anche duratura nel tempo», dichiara Pasquale Perrone Filardi, professore ordinario di Cardiologia e direttore della scuola di specializzazione in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare dell’Università Federico II di Napoli, oltre che presidente della Società Italiana di Cardiologia.
«Un passo avanti importante per raggiungere, in un numero sempre più ampio di pazienti, i valori di colesterolo raccomandati dalle nuove linee guida dell’European Atherosclerosis Aociety».
Due somministrazioni all’anno
Innovativa anche la modalità di somministrazione del farmaco, che prevede un’iniezione sottocutanea (di solito nell’addome, nella parte superiore del braccio o della coscia) effettuata da un operatore sanitario, seguita dalla seconda dose dopo tre mesi e dalle successive ogni sei mesi.
«Una procedura che dovrebbe favorire l’aderenza alla terapia da parte dei pazienti, principale presupposto della sua efficacia», commenta Furio Colivicchi, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Cardiologia Clinica e Riabilitativa dell’Ospedale San Filippo Neri di Roma e presidente dell’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri.
Negli studi Ldl ridotto del 50%
L’ente regolatorio italiano ha concesso il semaforo verde al farmaco sulla base di tre studi condotti su un totale di 3.660 pazienti con colesterolo elevato, di cui oltre il 94% assumeva anche statine o altri medicinali per ridurre i livelli di lipidi nel sangue.
Dopo 510 giorni (circa 15 mesi) è emerso che LDL era sceso di oltre il 50% negli assistiti trattati con il principio attivo rispetto a quelli che avevano assunto il placebo.
Paola Arosio