Servizio farmaceutico per educare i pazienti a iniettarsi i farmaci

Uno studio del Dipartimento di Farmacia della University of Wisconsin Hospitals and Clinics, sistema sanitario integrato dell’Università del Winsconsin che segue annualmente oltre 700 mila pazienti, ha testato l’efficacia di un programma di educazione sanitaria condotto da farmacisti per supportare i pazienti nella loro prima auto-iniezione di farmaco.

Pubblicato su American Journal of Health-System Pharmacy, lo studio ha coinvolto 30 pazienti, che hanno chiesto il supporto del programma, ideato per migliorare il flusso di lavoro del sistema sanitario stesso, mantenendo elevati i livelli di cura.

Il servizio viene effettuato da remoto da farmacisti con esperienza: nello studio, le visite virtuali sono state valutate telefonicamente dai pazienti tramite una scala a 5 punti.
Va subito precisato che su 30 pazienti, solo 19 hanno completato la valutazione che ha mostrato comunque un alto livello di soddisfazione, rispetto sia alla qualità sia rispetto alla convenienza della visita, ai quali sono stati assegnati rispettivamente un punteggio di 4.53 e 4.79. Alto anche il punteggio assegnato alla qualità dell’assistenza ricevuta dai farmacisti, valutato in 5.

Un programma di educazione sanitaria da remoto può quindi facilitare un uso corretto, da parte dei pazienti, di farmaci iniettabili in modo autonomo.
In questo studio si sono prese in considerazione farmaci dermatologici, ma il progetto può essere esteso anche ad altre cliniche, facilitandone anche l’accesso. C’è un aspetto che deve però essere tenuto in considerazione e che può rappresentare un limite: quello tecnologico.

Le consulenze da remoto possono essere effettuate su vari dispositivi, ma non è detto che tutti i pazienti ne siano in possesso. D’altronde, la semplice telefonata può non essere sufficiente, soprattutto se, come in questo caso, si vuole insegnare ai pazienti a farsi un’iniezione in modo efficace.

Come ogni altro servizio di telemedicina, inoltre, deve essere sviluppato per garantire sicurezza dei dati e protezioni della privacy del paziente, il che rende difficile, per esempio, appoggiarsi su semplici app di messaggistica e video-chiamate. Aspetti tecnologici a parte, questo lavoro mostra, ancora una volta, quanti ruoli possano essere coperti dal farmacista, che sia territoriale o ospedaliero.

Anche in Italia abbiamo sperimentazioni di servizi domiciliari si assistenza ai pazienti per l’aspetto farmacologico: i farmacisti offrono un supporto per esempio a pazienti oncologici, in terapia con farmaci orali. Rispondono ai loro dubbi, si assicurano che abbiano capito come devono assumere i farmaci e così via. Servizi di grande utilità, che riducono gli effetti avversi da cattiva assunzione o errori e quindi di grande utilità.

(Lo studio: Buechel M, Friestrom E, Hartkopf K, Langley J. Implementation of telehealth for first-dose device teaching within a health-system specialty pharmacy. Am J Health Syst Pharm. 2022 Sep 25:zxac270. doi: 10.1093/ajhp/zxac270. Epub ahead of print. PMID: 36153818)

Stefania Somaré