Descritto per la prima volta nel 1921 dal dott. James Ewing, che gli ha dato il nome, il sarcoma di Ewing è una rara forma tumorale maligna, caratterizzata da cellule rotonde indifferenziate. Spesso l’avvio è a carico delle ossa lunghe, in particolare tibia e femore, e delle pelvi, anche se può innescarsi nei tessuti molli. Con prevalenza nella popolazione giovane ed età mediana di manifestazione sui 15 anni, questo sarcoma rappresenta il 2% di tutti i tumori in fascia pediatrica (0-19 anni) e colpisce soprattutto i maschi, con 4,3 casi per milione di abitanti contro i 2,9 casi nelle femmine.

L’aspettativa di vita a 5 anni dalla diagnosi è poco superiore al 50%. Fortunatamente, benché sia un tumore raro, la ricerca su questo sarcoma è molto attiva anche nel nostro Paese, come dimostra uno studio recente (Engagement of CD99 activates distinct programs in Ewing sarcoma and macrophages) pubblicato dal Laboratorio di Oncologia sperimentale dell’IRCCS Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna su Cancer Immunology Research.

Cosa ha scoperto il team

Guidato dalla dott.ssa Katia Scotlandi, il team di lavoro ha identificato una nuova funzione per l’antigene CD99, la cui sollecitazione di norma porta all’attivazione di segnali “eat me” e all’inattivazione di segnali “don’t eat me”, consentendo ai macrofagi di uccidere le cellule tumorali.

Il sarcoma di Ewing è considerato immuno-freddo, con abbondante presenza di macrofagi, che però è distintiva di cattiva prognosi per il paziente. Sebbene fosse già noto il coinvolgimento di CD99 nella regolazione dei segnali “eat me” e “don’t eat me”, non se ne conosceva bene il meccanismo, ora invece, è stato meglio chiarito. Dato che l’antigene CD99 è espresso sia dalle cellule tumorali che dai macrofagi stessi, il team ha cercato di capire se esista un funzione combinata.

CD99 tumorale e dei macrofagi, se attivati, cooperano per la morte delle cellule tumorali

Quello che si è visto è che l’attivazione di CD99 consente di ottenere una risposta sia dalle cellule tumorali che da quelle del sistema immunitario, in particolare i macrofagi che infiltrano i tessuti circostanti. Nel primo caso, l’attivazione porta alla riduzione dell’espressione della proteina di membrana “don’t eat me”, CD47 e, contemporaneamente, all’aumento delle proteine di membrana fosfatidilserina e calreticulina, entrambe “eat me”.

Anche i macrofagi hanno subito modificazione a seguito dell’attivazione di CD99, ovvero una riprogrammazione a macrofagi M1, con particolari caratteristiche anti-tumorali. Grazie a questa doppia via di attacco, le cellule tumorali possono essere sconfitte, almeno in parte.

Ma come si attiva CD99? Tramite un anticorpo. Il più attivo sembra essere, al momento, l’anticorpo monoclonale umano C7, detto anche Anti-C Reactive Proteina Anticorpo. Occorre ora verificare se questo anticorpo possa avere un ruolo terapeutico nel trattamento di pazienti con sarcoma di Ewing e, magari, in altre patologie.

Il team di lavoro

Lo studio è stato ideato dai ricercatori della SSD Laboratorio di Oncologia sperimentale diretto dalla dottoressa Katia Scotlandi, che ha collaborato con altre aree del Rizzoli, in particolare il gruppo di ricerca della dottoressa Gina Lisignoli, della SC Laboratorio di immunoreumatologia e rigenerazione tissutale, che ha messo a disposizione la propria esperienza nella caratterizzazione fenotipica dei macrofagi, e il gruppo della dottoressa Francesca Salamanna, della SC Scienze e Tecnologie Chirurgiche, oltre alcuni ricercatori dell’Università di Bologna. La ricerca è stata sostenuta da Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro.

Studio: Manara MC, Manferdini C, Cristalli C, Carrabotta M, Santi S, De Feo A, Caldoni G, Pasello M, Landuzzi L, Lollini PL, Salamanna F, Dominici S, Fiori V, Magnani M, Lisignoli G, Scotlandi K. Engagement of CD99 activates distinct programs in Ewing sarcoma and macrophages. Cancer Immunol Res. 2023 Dec 4. Epub ahead of print.