La broncopneumopatia cronica ostruttiva è una patologia cronica con incidenza in continua crescita nei Paesi europei a causa della sempre maggiore diffusione del tabagismo, dell’allungamento dell’aspettativa di vita e dell’incremento dell’inquinamento dell’aria.

In Italia la prevalenza di malattia è data al 5,6%, numero da considerarsi, però, sottostimato. Tra i pazienti che sviluppano questa patologia, il 15%-50% sono fumatori. Altro dato interessante riguarda la mortalità: la BPCO è causa di circa la metà delle morti per disturbi respiratori.

Come altre patologia, anche questa può essere esacerbata dall’uso di alcuni particolari farmaci, nella fattispecie i gabapentinoidi: è necessario, quindi, che il curante stia attento alla loro prescrizione nei soggetti con BPCO.

I gabapentinoidi

I gabapentinoidi sono farmaci indicati per il trattamento dell’epilessia e del dolore neuropatico: agiscono sul sistema nervoso centrale, modulando la produzione di neurotrasmettitori, in particolare riducendo l’attività di glutammato, noradrenalina, sostanza P e aumentando quella del GABA.

Esiste, tuttavia, una serie di utilizzi off-label, almeno nel Nord America, dove vengono prescritti anche per la gestione del dolore cronico, come alternativa sicura agli oppioidi.

Effettivamente i gabapentinoidi non inducono dipendenza, come i derivati dell’oppio, ma già nel 2020 la Food and Drug Administration aveva avvisato del rischio legato all’uso dei gabapentenoidi in soggetti che usano anche oppioidi e in chi soffre di BPCO, casi in cui può essere indotta una depressione respiratoria. Ciononostante, a oggi non c’erano evidenze chiare di questo rischio. Ora ci sono, grazie a uno studio canadese (Gabapentinoids and Risk for Severe Exacerbation in Chronic Obstructive Pulmonary Disease : A Population-Based Cohort Study) da poco pubblicato su Annals of Internal Medicine.

Il lavoro del team canadese

Per verificare se, effettivamente, i gabapentenoidi possano indurre problemi respiratori in pazienti già affetti da BPCO, i ricercatori hanno effettuato un match 1:1 tra pazienti con BCPO trattati con gabapentenoidi tra il 1994 e il 2015 e altri mai trattati con gabapentenoidi, andando a verificare i tassi di esacerbazione della malattia.

La coorte degli utilizzatori di questa famiglia di farmaci è varia: 356 pazienti sono epilettici, 9411 hanno dolore neuropatico e 3737 sono afflitti da dolore cronico. Il confronto della storia clinica mette in evidenza che, effettivamente, i pazienti che usano i gabapentenoidi, anche in indicazione riconosciuta, hanno un rischio elevato di incorrere in peggioramento della BPCO.

Più nel dettaglio, il tasso di rischio è pari a 1,58 nei pazienti epilettici, a 1,35 in quelli con dolore neuropativo e a 1,49 in quelli con dolore cronico. Se si considera la coorte nel suo insieme, il rischio è pari a 1,39. In tutti i casi, il picco di rischio si attesta intorno ai 6 mesi dall’inizio della terapia con gabapentenoidi.

Occorre, quindi, prestare estrema attenzione all’uso di questa categoria di farmaci in pazienti con BPCO conclamata o supposta, e capire se è necessario utilizzarli. Sarebbe utile avere, infatti, delle linee guida che aiutino i clinici al monitoraggio dei sintomi respiratori dei soggetti. Al momento le indicazioni fornite dalla FDA, alle quali hanno fatto eco anche le altre agenzie regolatorie, non hanno avuto alcun effetto sulle linee guida in uso. 

Studio: Rahman AA, Dell’Aniello S, Moodie EEM, Durand M, Coulombe J, Boivin JF, Suissa S, Ernst P, Renoux C. Gabapentinoids and Risk for Severe Exacerbation in Chronic Obstructive Pulmonary Disease : A Population-Based Cohort Study. Ann Intern Med. 2024 Jan 16. doi: 10.7326/M23-0849. Epub ahead of print. PMID: 38224592