Rischio ridotto di cancro ovarico con l’uso di acido acetilsalicilico

Assumere di frequente acido acetilsalicilico riduce il rischio di cancro ovarico. È la conclusione a cui è giunto un gruppo di ricercatori statunitensi, inglesi, tedeschi, australiani che ha condotto una metanalisi sul tema, recentemente pubblicata sul Journal of Clinical Oncology.

«Il tumore dell’ovaio è la neoplasia ginecologica più fatale», ha spiegato Britton Trabert, epidemiologa del programma Cancer control and population sciences dell’Huntsman Cancer Institute e ricercatrice di Ostetricia e ginecologia all’Università dello Utah, negli Stati Uniti, oltre che autrice senior dello studio.
«Poiché i fattori di rischio più noti per la malattia, come storia familiare, mutazioni nei geni Brca1 e Brca2, endometriosi, non possono essere modificati, è utile individuare strategie mirate a ridurre la possibilità di sviluppare la patologia nelle persone a elevato rischio».

Una metanalisi di 17 studi

In particolare, gli specialisti hanno analizzato 17 studi dell’Ovarian Cancer Cohort Consortium, di cui nove studi di coorte per un totale di 2.600 casi e otto studi caso-controllo per un totale di 5.726 casi, con l’obiettivo di valutare la correlazione tra l’impiego frequente (pari o superiore a sei giorni alla settimana o a 28 giorni al mese per almeno sei mesi, indipendentemente dalla dose) di acido acetilsalicilico e il rischio di tumore all’ovaio.

Le analisi hanno esaminato l’associazione sia nel complesso, sia in sottogruppi di donne definiti da fattori di rischio individuali (endometriosi, obesità, storia familiare di cancro al seno o all’ovaio, nulliparità, uso di contraccettivi orali, legatura delle tube) e dal numero di tali fattori (nessuno, uno, due o più).

Diminuzione del rischio del 13%

Complessivamente, l’uso frequente di acido acetilsalicilico è stato associato a una riduzione del 13% del rischio di cancro ovarico, compreso il carcinoma sieroso di alto grado.
Sono state, inoltre, osservate consistenti diminuzioni del rischio in tutti i sottogruppi analizzati, tranne in quello delle donne con endometriosi.
Tra le partecipanti con due o più fattori di rischio, l’impiego del farmaco è stato, inoltre, associato a una riduzione del rischio del 19%.

«I risultati dello studio, il più ampio condotto fino a oggi sull’argomento, suggeriscono che l’uso frequente di acido acetilsalicilico è utile nella prevenzione primaria del cancro ovarico e potrebbe pertanto essere incorporato in calcoli di rischio-beneficio», ha commentato Lauren M. Hurwitz, ricercatrice della Divisione di Epidemiologia e genetica del cancro del National Cancer Institute di Rockville, negli Stati Uniti, e autrice dello studio.

«Future ricerche dovrebbero esplorare come i programmi di chemioprevenzione con il medicinale potrebbero integrare le strategie preventive esistenti (attualmente limitate alla salpingo-ovariectomia profilattica per portatrici della mutazione Brca1 e Brca2) e mirare a ulteriori sottogruppi ad alto rischio, allo scopo di massimizzare il livello di prevenzione nella popolazione e minimizzare i rischi».

Paola Arosio