Rapporto OsMED: appropriatezza prescrittiva e uso consapevole ancora inadeguati

(immagine: Canva)

L’ultima edizione dell’Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali – OsMED presenta alcune novità rispetto al passato. Le novità sono tre: l’analisi dei farmaci soggetti a prescrizione con nota AIFA, lo studio della politerapia negli anziani; la valutazione del possibile impatto ambientale di principi attivi ad alto utilizzo o ad alto rischio di tossicità ambientale.

Come nelle precedenti edizioni, il Rapporto valuta la spesa farmaceutica generale e per categoria di farmaco, verificando il livello di appropriatezza terapeutica e di aderenza da parte dei pazienti al percorso di cura. Inoltre, vi è un focus sull’uso dei generici.

Le analisi sono effettuate sul territorio nazionale nel suo insieme e per Regioni, per evidenziare differenze e disomogeneità. Per la sua ricchezza di contenuti il Rapporto OsMED può essere considerato tra le analisi più approfondite di una spesa farmaceutica nazionale, almeno entro i confini europei. Vediamo i principali esiti, riportati da AIFA stessa.

Spesa e consumi disomogenei tra Regioni: persiste l’inappropriatezza prescrittiva

Nel 2023 la spesa farmaceutica italiana totale, comprensiva di spesa territoriale pubblica e privata e ospedaliera, raggiunge i 612 euro pro capite. Più nel dettaglio, nel 2023 sono stati spesi 36,2 miliardi di euro, per il 68,7% rimborsati dal SSN, mentre il resto pagati di tasca propria dai pazienti.

Riferendosi solo alle strutture pubbliche, sono stati acquistati farmaci per 16,2 miliardi di euro, con un incremento dell’8,4% rispetto al 2022. Cresce anche la spesa territoriale pubblica, compresa di spesa convenzionata, in distribuzione diretta e per conto, che raggiunge i 12 miliardi e 998 milioni di euro, segnando un +3% rispetto al 2022.

Parlando di spesa lorda pro capite per i farmaci di classe A-SSN, la Campania ha la spesa maggiore (196,1 euro), mentre la Provincia Autonoma di Bolzano la minore (116,3 euro).

Quanto ai consumi, come ogni anno il Rapporto riporta le dosi giornaliere per mille abitanti (DDD) di farmaco consumate, pari a 1899 per 1000 abitanti, erogate da SSN nel 69,7% dei casi e il resto pagate dai cittadini.
Anche i consumi sono altamente disomogenei nel Paese: in questo caso la Regione che ha consumato di più è la Basilicata, con 1,289,5 DDD, contro la Provincia Autonoma di Bolzano che ha registrati 861,3 DDD.

Interessante è che non ci sono ragioni epidemiologiche che giustificano questa differenza: si deve quindi desumere che il problema sia di inappropriatezza prescrittiva, un tema sul quale il sistema Paese sta lavorando da tempo. Occorre fare di più.

Prima di entrare nel dettaglio dei farmaci più consumati, un breve confronto con gli altri Paesi europei: con i 612 euro pro capite già indicati, l’Italia si attesta sopra la media europea di 384 euro, ma spende meno di Germania (673 euro), Austria (672 euro) e Belgio (627 euro).

I farmaci più consumati

Il consumo di farmaci va di pari passo con l’epidemiologia del Paese: al primo posto ci sono gli attivi contro le patologie cardiovascolari, con 513,9 dosi giornaliere per 1000 abitanti, con spesa associata di 60,3 miliardi di euro. Seguono, per consumo, i farmaci per apparato gastrointestinale e metabolismo, con 298,6 DDD e 3.321 milioni di euro di spesa.

Questa categoria di farmaci vede crescere la spesa pro capite del 2,2% rispetto al 2022. Il terzo posto va ai farmaci del sangue e per gli organi ematopoietici, con 144,5 DDD. In questo caso la spesa pro capite è di soli 43,95 euro, mentre quella generale è di 2,587 milioni di euro, che colloca questi farmaci al quinto posto.

A quarto posto di questa classifica troviamo i farmaci per il sistema nervoso centrale, con 97,8 DDD e una spesa complessiva di 2,061 milioni di euro.
Ci sono alcune categorie di farmaci che vedono aumentare notevolmente la propria spesa farmaceutica, come quelli per il calo significativo del peso corporeo, utilizzati nell’obesità e nei pazienti diabetici: gli analoghi del Glp-1 registrano un aumento del 17,9%, mentre la sola semaglutide del 52,3%; i consumi corrispettivi crescono rispettivamente del 26,4% e del 75,9%.

Un altro antidiabetico che ha visto crescere consumi e spesa è il gliflozine, rispettivamente con un +65,6% e un 60,1%. Da ultimo, ma non per importanza, si assiste a un aumento del 6,1% dei consumi di antimicrobici sistemici, con 22,4 DDD per mille abitanti al giorno.

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