Secondo una recente ricerca condotta in Italia su ottomila pazienti con psoriasi, l’84% è insoddisfatto delle terapie e l’88% rinuncia addirittura a curarsi. Percentuali elevate, che evidenziano la necessità di sperimentare nuove opzioni terapeutiche. Una di queste è stata testata in Cina, dai ricercatori dell’Institute of Immunology del General Hospital di Shanghai.
«È stato osservato che alcuni pazienti affetti dalla malattia hanno ottenuto un significativo sollievo dai sintomi dopo aver ricevuto l’anestesia epidurale durante un intervento chirurgico», ha spiegato Honglin Wang, ricercatore capo. «Ciò suggerisce che il sistema nervoso possa essere implicato nella genesi del problema. Da qui l’idea di provare a prenderlo di mira per trattare la patologia».
Lo studio pilota
A partire da queste osservazioni, Wang e i suoi colleghi hanno, dunque, condotto uno studio pilota, pubblicato sul Journal of investigative dermatology, su quattro pazienti di età compresa tra i 18 e i 65 anni con psoriasi da moderata a grave: due mostravano lesioni in tutto il corpo, due soprattutto sulle gambe.
Attraverso un catetere epidurale, inserito tra la dodicesima vertebra toracica (T12) e la prima vertebra lombare (L1) del midollo spinale, hanno somministrato agli assistiti una soluzione di lidocaina all’1%, un anestetico locale, tramite quattro-sette iniezioni a intervalli di un’ora l’una dall’altra, con l’obiettivo di bloccare il nervo epidurale.
Ciascun partecipante ha ricevuto fino a quattro trattamenti, in un periodo di tempo che va dai due ai cinque mesi.
Al termine del ciclo terapeutico, i pazienti hanno ottenuto notevoli miglioramenti in quasi tutte le lesioni, con una riduzione del 35-70% di Psoriasis area severity index (Pasi), una scala che varia da 0 (assenza di malattia) a 72 (massimo grado di malattia).
Durante il trattamento, non sono stati osservati effetti avversi e i risultati sono stati mantenuti per almeno 24 settimane.
Servono ulteriori ricerche
Per valutare il meccanismo terapeutico, i ricercatori hanno condotto anche una serie di esperimenti sui topi da laboratorio, inducendo un’infiammazione cutanea simile alla psoriasi, che hanno poi trattato con la lidocaina. Hanno così scoperto che quest’ultima agisce sui nervi sensoriali, regolandone l’eccessiva crescita nelle aree colpite dalla patologia.
Il farmaco ha, inoltre, diminuito il rilascio del peptide correlato al gene della calcitonina (Calcitonin gene related peptide, Cgrp), una proteina con azione infiammatoria.
«Il medicinale potrebbe rappresentare una nuova terapia per i pazienti in cui gli attuali trattamenti risultano inefficaci», ha commentato Qianqian Yin, ricercatrice dell’Institute of Immunology e autrice della ricerca. «Tuttavia, sebbene i risultati siano promettenti, occorre che siano confermati da studi clinici su larga scala, randomizzati e in doppio cieco».
Paola Arosio