Le infezioni respiratorie acute sono una delle principali cause di malattia al mondo, con un numero di eventi medi per persona di circa 2,5 l’anno che portano a conseguenti accessi ad ambulatori medici e pediatrici e perdita di giorni di scuola o di lavoro. Il numero degli eventi annuali aumenta nei più giovani e spesso anche nei più anziani.
Anche se di norma queste patologie sono considerate a bassa pericolosità, polmonite a parte, secondo l’OMS sarebbero responsabili del 13% di tutte le cause di morte al mondo nei pazienti con più di 55 anni.
Un dato che trova riscontro tanto nei Paesi dell’Unione Europea, dove l’8% dei decessi sarebbe collegato a queste infezioni, quanto in Italia, dove ogni anno circa 8.000 persone muoiono di influenza, dei quali 1.000 per polmonite o influenza e 7000 per cause collegate, nella maggior parte dei casi questi morti sono over 65.
Se si pensa alle infezioni delle basse vie respiratorie, che comprendono infezioni di trachea, bronchi e polmoni, le percentuali di decesso crescono.
Principale causa è la polmonite, che rientra tra le più frequenti infezioni correlate all’assistenza.
Il problema della cura di queste patologie si intensifica anche a causa del diffondersi dell’antibiotico-resistenza tra i ceppi batterici responsabili: una condizione sempre più frequente e che richiede lo studio di protocolli e soluzioni ad hoc che consentano di ridurre la quantità di antibiotici utilizzata.
Uno studio condotto da ricercatori del TriStar Skyline Medical Center di Nashville, nel Tennessee, ha presentato un protocollo basato sulla procalcitonina come biomarker per la gestione delle infezioni delle basse vie respiratorie che sembra efficace se combinato a un programma di antimicrobial stewardship e all’uso di un sistema di supporto decisionale clinico per il monitoraggio.
Il protocollo prevede la partecipazione del farmacista clinico.
Gli autori hanno coinvolto nello studio 126 pazienti con sospetto di infezione delle basse vie respiratorie valutandoli con il protocollo che usa la procalcitonina: i risultati sono stati confrontati con un pool storico di pazienti, trattati invece con indicazioni standard. Secondo le analisi dei dati, i pazienti sottoposti al nuovo protocollo ricevono una dose di antibiotico giornaliera, che cala nel tempo, se confrontata con quella assunta dal gruppo di controllo. Non si è invece osservata alcuna riduzione della durata del ricovero tra i due gruppi. Il tasso di accettazione delle raccomandazioni per diminuzione degli antibiotici da parte dei farmacisti clinici è del 62,5%.
Secondo gli autori, gli esiti dello studio indicano che il protocollo basato sulla procalcitonina è efficace all’interno di programmi di “antimicrobial stewardship” per la riduzione del DOI nelle infezioni delle basse vie respiratorie, purché vi sia il coinvolgimento del farmacista clinico e venga utilizzato il sistema di supporto decisionale.
(Lo studio: Teehan A, Burke C, Minson Q. Evaluation of a Pharmacist-Driven Procalcitonin Protocol for Lower Respiratory Tract Infections Using a Clinical Decision Support System. Hospital Pharmacy. 2021;56(5):569-575. doi:10.1177/0018578720931450)
Stefania Somaré