L’HTA è uno degli strumenti principali per realizzare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e per riorganizzare il Servizio Sanitario Nazionale. Potrebbe essere sintetizzato così uno dei principali messaggi del 14° congresso nazionale della Società Italiana di Health Technology Assessment (Sihta), dal titolo #Hta è cambiamento, che si è svolto online dal 26 al 29 ottobre scorsi.
Per allocare le risorse servono strumenti adeguati
«Il Piano rappresenta un’opportunità», afferma Francesco Saverio Mennini, professore di microeconomia e di economia sanitaria all’Università Tor Vergata di Roma, oltre che presidente di Sihta, «ma affinché possa generare gli effetti sperati è necessario dotarsi di strumenti adeguati, come appunto l’Hta, in grado di produrre le necessarie evidenze al fine di incanalare, con una strategia di lungo periodo, le risorse a disposizione nella direzione di un rinnovamento del sistema sanitario».
Sulla stessa scia Giandomenico Nollo, professore di bioingegneria all’Università di Trento e coordinatore scientifico del congresso.
«Il nostro sistema sanitario deve essere riorganizzato con nuovi modelli di cura, innovazione tecnologica, crescita professionale», sostiene, «e il Piano sembra fornire le risorse economiche necessarie. Ma, per effettuare oculati investimenti, servono analisi dei bisogni, valutazioni comparate, definizione di obiettivi di salute, monitoraggio dei processi. In sintesi, serve l’Hta».
L’analisi delle apparecchiature
Per andare in questa direzione il ministero della Salute ha istituito un tavolo di lavoro sulle tecnologie più importanti e complesse, a cui partecipa anche Mennini.
«Stiamo effettuando una mappatura e un’analisi del fabbisogno per determinare le aree in cui mancano apparecchiature idonee e per evidenziare il gap tra regioni, che genera mobilità passiva, onerosa sia per il sistema sia per i pazienti. L’obiettivo è quello di ridurre le diseguaglianze grazie all’Hta, che permette ai decisori di effettuare gli investimenti opportuni».
Un policy paper per guidare gli investimenti
E proprio agli investimenti in sanità è stato dedicato l’Health Policy Forum di quest’anno, l’iniziativa organizzata dalla stessa società scientifica per favorire il dibattito tra esperti, istituzioni, aziende, cittadini sui temi di maggiore attualità e interesse.
In seguito all’evento è stato redatto un policy paper, nel quale si ribadisce che occorre stabilire i criteri di obsolescenza delle apparecchiature, verificare la fattibilità degli approvvigionamenti, scegliere un modello di Hta per valutare la tecnologia prima di prendere decisioni sull’eventuale acquisizione.
Serve un’Agenzia nazionale
Per rendere questi obiettivi più facilmente raggiungibili sarebbe utile, come suggerito anche dal position paper pubblicato dalla società scientifica nel 2020, costituire un’Agenzia italiana di Hta, che proponga un metodo valido di valutazione e che funga da collettore di dati, informazioni, evidenze, provenienti, in una logica di rete, dai nuclei regionali e aziendali di Hta.
Europa unita per la salute di tutti
E in tutto ciò qual è il ruolo dell’Europa? «Durante la pandemia l’Unione europea ha attuato iniziative significative che segnano l’inizio della costruzione di una vera Unione della salute», ha commentato durante il convegno l’europarlamentare e vicepresidente della commissione Industria, Energia e Ricerca Patrizia Toia, mentre il presidente del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro Tiziano Treu ha aggiunto: «Mi auguro che l’Europa, che ha finalmente raggiunto la capacità di lavorare in modo sinergico, continui su questa strada anche dopo la fase di emergenza. Non sono, infatti, solo gli stanziamenti economici che contano, ma anche le scelte condivise e le strategie comuni. La sfida più grande sarà fare in modo che i benefici siano per tutti».
Paola Arosio