Nuove opportunità terapeutiche con i biosimilari

Da luglio Celltrion Healthcare, azienda sudcoreana presente in Italia dal 2019, ha aggiunto due aree terapeutiche di grande rilevanza, oncologia ed ematologia, con i biosimilari di trastuzumab e rituximab.

I farmaci biosimilari sono realizzati sul modello dell’originator con lo stesso principio, una volta che scade il brevetto del farmaco originale. La qualità è assicurata dai controlli delle autorità competenti e il processo di produzione svolge un ruolo determinante ai fini di efficacia e sicurezza.

«Un farmaco biosimilare mantiene la stessa efficacia e sicurezza di un originator. Anzi, se il processo è sviluppato in maniera ottimale, il biosimilare può essere anche migliore», spiega il professor Michele De Laurentiis, direttore dipartimento di Oncologia Senologica e Toraco-Polmonare, Istituto Nazionale Tumori, Irccs, Fondazione Pascale, Napoli.
«Inoltre, i biosimilari sono sottoposti da parte degli enti regolatori a un processo di autorizzazione altamente controllato», prosegue De Laurentiis, «per cui devono essere soddisfatti criteri molto stringenti.

Questa verifica costituisce una garanzia sull’elevata qualità degli stessi. Inoltre, trattandosi di molecole già utilizzate, non servono ulteriori fasi di sviluppo.
Il farmaco si rivela pertanto assai conveniente, con costi inferiori che permettono di liberare risorse economiche per altri farmaci innovativi ancora coperti da brevetto: questo processo rappresenta un vantaggio immediato per il Ssn, visto che si abbatte fino al 40% dei costi, e un vantaggio indiretto per il paziente, che può giovarsi dell’accesso ad altri farmaci innovativi.
Il progresso e i risparmi garantiti dai biosimilari hanno contribuito agli straordinari successi negli ultimi anni nella lotta ai tumori femminili».

Tradizione e novità dei biosimilari in oncologia

Da luglio il panorama italiano del mercato farmacologico in oncologia ed ematologia ha visto un nuovo ruolo della sudcoreana Celltrion Healthcare, che, già produttrice delle molecole, ha acquisito la distribuzione dei due farmaci biosimilari trastuzumab e rituximab.
Trastuzumab è il primo anticorpo monoclonale che blocca una proteina capace di causare il cancro. Negli anni è diventato la base del trattamento standard per le pazienti con tumore del seno positivo per il recettore Her2, rivelandosi una terapia salvavita.

In prospettiva, attraverso nuove combinazioni, si propone anche come base per ulteriori sviluppi con l’immunoterapia. Un punto di partenza per nuovi traguardi scientifici.
Rituximab, invece, riguarda l’ambito onco-ematologico: si usa nel linfoma follicolare e linfoma non-Hodgkin diffuso a grandi cellule B; leucemia linfocitica cronica; artrite reumatoide grave; granulomatosi con poliangite e poliangite microscopica; pemfigo volgare.

La crescita dell’azienda farmaceutica produttrice

L’acquisizione di trastuzumab e rituximab, fanno sapere dalla società, «rappresenta per Celltrion un significativo passo avanti nella propria crescita in Italia. Anzitutto, gli ambiti in cui opera l’azienda si espandono a nuovi settori strategici, favorendo al contempo la sostenibilità del Ssn con l’offerta di terapie più economiche».

Celltrion Healthcare, infatti, fondata nel 2002 in Corea del Sud, è specializzata proprio in anticorpi monoclonali biosimilari per malattie autoimmuni, alcune forme tumorali, di asma e allergie. La filiale italiana ha iniziato le attività nel 2019.

Il nuovo allargamento del portfolio di farmaci ha garantito un incremento di fatturato e di dipendenti. Questi ultimi dall’inizio dell’anno a oggi sono aumentati del 62,5%; per la fine dell’anno si prevede che l’incremento raggiunga il 100%. I ricavi medi mensili hanno avuto un incremento esponenziale fino ad arrivare a un aumento del 250% rispetto ai primi 5 mesi del 2021.

Chiara Cominoli