Aumentano le esperienze riportate in letteratura di programmi volti a ridurre l’incidenza degli errori medici in ospedale, a volte dovuti a prescrizioni errate di farmaci. I soggetti più a rischio sono gli anziani, spesso affetti da una serie di patologie e in politerapia.
Uno degli approcci più sperimentati è basato sull’intervento di un’équipe multidisciplinare che includa un farmacista ospedaliero e un farmacista clinico. La scelta di assegnare due farmacisti all’équipe è stata fatta per dividere i compiti necessari e, quindi, favorire l’integrazione di questio ruolo con il resto del lavoro richiesto.
Il Dipartimento di Medicina Integrata del National Taiwan University Hospital ha sviluppato un metodo incentrato proprio sulla gestione integrata della terapia, indicato dall’acronimo NTUH-IMM.
Il modello prevede che un farmacista clinico accompagni il medico nel giro giornaliero dei pazienti considerati a rischio in base a precedenti considerazioni effettuate dalla farmacia ospedaliera.
Il farmacista può così osservare i pazienti e discutere con i medici e gli infermieri: il suo compito è valutare eventuali interazioni tra diversi farmaci assunti, tra farmaci e cibo, e mettere in evidenza le possibili controindicazioni della terapia. Qualore venga ritenuto necessario modificare la terapia di un paziente, il farmacista parla con i medici per prendere una decisione collaborativa.
L’implementazione del metodo, seppur a fini di studio, ha previsto 6 mesi di training collaborativo per i farmacisti coinvolti. Il modello è stato testato nell’ospedale con uno studio basato su serie temporali interrotte: ciò significa che il metodo è stato utilizzato in tempi diversi in ospedale, così da poter confrontare i risultati e standardizzarli.
Nei mesi di intervento sono stati presi in considerazione 5610 pazienti, 2816 nel braccio di studio e 2794 in quello di controllo. Solo i primi sono stati seguiti con il modello integrato. Nel braccio di studio c’erano molti over 65, dato che questi sono i pazienti più frequentemente coinvolti negli errori medici.
Ciò che si è osservato è che l’uso del metodo NTUH-IMM porta a un aumento significativo del numero di errori medici individuati: ciò significa poterli correggere prima che diano esiti negativi per i pazienti.
Si tratta, in particolare di omissioni relative all’assunzione di farmaci, allergie e altro, discordanze farmacologiche, somministrazione di dosi inappropriate, errori nella frequenza di somministrazione, errori di scrittura sulle cartelle cliniche, uso di concentrazioni inappropriate e altro ancora.
Gli autori hanno inoltre osservato una riduzione, nel gruppo degli anziani, delle prescrizioni di farmaci giornaliere… da ciò vi è la deduzione che si possa generare anche una riduzione dei costi associati all’assistenza del paziente.
Questo è un aspetto che andrebbe ulteriormente indagato e che potrebbe supportare l’implementazione di modelli di gestione delle terapie ospedaliere di questo genere.
(Lo studio: Chen, KL., Hunag, CF., Sheng, WH. et al. Impact of integrated medication management program on medication errors in a medical center: an interrupted time series study. BMC Health Serv Res 22, 796 (2022). https://doi.org/10.1186/s12913-022-08178-w)