Melanoma, identificato meccanismo di sviluppo

Sebbene rappresenti solo il 5% di tutti i tumori cutanei, il melanoma, causato dalla trasformazione e proliferazione dei melanociti, cellule che risiedono nello strato basale dell’epidermide, è il tipo più letale di cancro della pelle. In costante aumento negli ultimi decenni, è una delle principali neoplasie che colpiscono i giovani. In Italia il 50% dei melanomi insorge, infatti, sotto i 60 anni e l’incidenza cresce con l’aumentare dell’età.

Aggirare lo stress ossidativo

Le cellule tumorali producono molecole reattive che contengono ossigeno, il quale causa uno stress ossidativo che, se non viene limitato, porta alla morte le cellule stesse.
Numerose ricerche indicano che le cellule del melanoma sfruttano specifici meccanismi di difesa per limitare l’eccessivo innalzamento dei livelli di stress ossidativo e garantire così la propria sopravvivenza.

Il coenzima Q10 e Ubiad1

Un nuovo studio recentemente pubblicato su Redox Biology e condotto dal gruppo di ricerca coordinato da Massimo Santoro, professore ordinario del dipartimento di Biologia dell’Università di Padova e ricercatore dell’Istituto veneto di medicina molecolare, ha preso in esame il ruolo del coenzima Q10, un antiossidante essenziale coinvolto sia nella bioenergetica mitocondriale, sia nella protezione della membrana plasmatica. In particolare, preserva quest’ultima dal danno ossidativo interrompendo la catena di perossidazione lipidica e mantenendo il sistema di ossidoriduzione. Responsabile della biosintesi del coenzima è Ubiad1, un enzima transmembrana localizzato nell’apparato di Golgi e nel reticolo endoplasmatico.

Un primo passo verso nuove terapie

Ebbene, i ricercatori hanno scoperto che una aumentata espressione di Ubiad1 e del coenzima Q10 favorisce la sopravvivenza e la proliferazione delle cellule malate, costituendo una sorta di nutrimento per il tumore. Inoltre, l’incremento di Ubiad1 è associato a una minore sopravvivenza globale nei pazienti affetti da questo tipo di neoplasia.

«Grazie a questo lavoro», conclude Santoro, «è possibile avviare nuove indagini per individuare approcci terapeutici innovativi basati sull’inibizione dell’enzima Ubiad1 per il trattamento dei pazienti con melanoma».

Paola Arosio