Lesioni spinali, verso il recupero motorio grazie alla medicina rigenerativa

Offrire una speranza di recupero motorio a chi è costretto su una sedia a rotelle. È questo l’importante obiettivo del progetto di medicina rigenerativa avviato da Hemera, spin-off dell’Università di Verona e dell’Università degli studi di Milano, in collaborazione con l’Istituto Clinico Humanitas. Si tratta, in particolare, di sviluppare una nuova terapia cellulare immunologica per favorire la rigenerazione del tessuto nervoso danneggiato in seguito a lesioni del midollo spinale, provocate da incidenti o traumi.

Il problema da superare

«Da anni è noto che in questo tipo di lesioni si instaura, in tempi molto brevi, un ambiente locale fortemente sfavorevole alla rigenerazione delle fibre nervose, da cui derivano il mancato recupero del danno e l’invalidità permanente», spiega Maria Pia Abbracchio, prorettore vicario con delega a Ricerca e innovazione dell’ateneo milanese.

Un limite, quest’ultimo, che altri ricercatori hanno già provato a superare nel recente passato, cercando di aumentare le potenzialità rigenerative del sistema attraverso l’impiego di cellule staminali neuronali. Tentativi che, però, non hanno avuto successo.

Macrofagi riprogrammati

Il gruppo di lavoro ha ora creato un trattamento articolato in varie fasi. Anzitutto, viene prelevato il sangue del paziente, isolando i precursori dei macrofagi, ovvero i monociti. A partire da questi ultimi vengono poi generati in vitro i macrofagi stessi, che vengono riprogrammati in modo da poter esprimere al meglio le loro capacità di riparazione del danno. A questo punto, le cellule vengono trapiantate nel sito della lesione, dove favoriscono la ricrescita del tessuto danneggiato, consentendo il ripristino delle sue funzioni.

Un’utile lezione, in proposito, è venuta dal settore oncologico. «A insegnarci come riprogrammare i macrofagi è stato il loro studio nel contesto dei tumori, che rappresentano per antonomasia tessuti in rapida crescita, nonostante il contesto ostile in cui si sviluppano. Da qui il nome di Tumor educated macrophages», aggiunge Massimo Locati, direttore scientifico di Hemera, professore ordinario di Immunologia all’Università degli studi di Milano e ricercatore all’Istituto Clinico Humanitas.

Verso la fase clinica

I risultati ottenuti a oggi in fase preclinica dimostrano che la terapia funziona, ovvero che le cellule, dopo il trapianto in un modello con lesione spinale grave, sono effettivamente in grado di favorire il recupero del movimento. Il prossimo traguardo è quello di confermare il beneficio ottenuto anche nei pazienti e di trasformare le cellule in un prodotto farmacologico efficace, sicuro, facilmente somministrabile e standardizzato, che possa essere approvato dagli enti regolatori.

Raccolta fondi per finanziare la ricerca

Per proseguire, la ricerca ha, però, bisogno di finanziamenti. Attraverso una campagna di fundraising, in pochi mesi Hemera ha già raccolto oltre un milione di euro, grazie a tanti piccoli soci finanziatori.

«Il progetto, molto ambizioso e ad altissimo potenziale, necessita di una grande quantità di risorse e di competenze per essere realizzato», fa notare Aldo Cocchiglia, amministratore delegato della società. «Affinché il sogno di una cura per i pazienti con lesioni midollari diventi realtà c’è bisogno dell’aiuto di tutti».

Paola Arosio