Terapie innovative, dispositivi tecnologicamente avanzati, nuovo rapporto con la sanità di prossimità. Si è parlato soprattutto di questi temi durante il secondo modulo di Masterpharm 2023, un corso di alta formazione coordinato da Francesco Cattel, direttore della Struttura Complessa di Farmacia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino, e rivolto ai farmacisti ospedalieri.
L’appuntamento, che si è tenuto dal 7 al 9 giugno scorsi nel capoluogo piemontese, ha avuto carattere avanzato e nazionale. Ha fatto seguito, in particolare, al primo modulo, relativo all’ambito regionale, tenutosi dal 18 al 21 aprile scorsi, e ha preceduto il terzo e ultimo modulo, concernente il contesto internazionale, previsto dall’8 al 10 novembre prossimi.
Dal locale al globale
Nel suo complesso, l’evento formativo, basato su un approccio dialogico, si pone l’obiettivo di mettere a confronto le esperienze realizzate in Piemonte, in Italia, all’estero, per utilizzarle come best practice.
«Con il modulo avanzato abbiamo ampliato la prospettiva dal punto di vista territoriale», spiega Cattel. «Se nel precedente incontro lo sguardo era, infatti, concentrato sulle esperienze piemontesi, in questo abbiamo creato un confronto con le eccellenze nazionali, continuando a costruire e ad ampliare il percorso del discente, che va dall’ambito locale a quello globale, con lo scopo di apprendere tutti gli strumenti utili per la propria professione».
I temi centrali
Tra i contenuti principali sviluppati durante il secondo modulo, ci sono stati la robotizzazione, alla luce dell’accelerazione dei sistemi di automazione, dai magazzini ai laboratori; lo sviluppo delle farmacie satellite, tenendo conto di una sanità che integra sempre di più e sempre meglio ospedale e territorio, con una marcata distinzione tra acuto e cronico; i dati di real world, che devono supportare decisioni appropriate.
Tra sostenibilità e qualità
A questi argomenti si sono poi aggiunti, all’interno del programma, altri interventi tenuti da esperti.
Ci sono stati, per esempio, un approfondimento sul farmacista ricercatore tra studi osservazionali ed epidemiologia e un dialogo sul ruolo dell’ente regolatorio nazionale nella valutazione e nell’assessment delle nuove terapie.
E ancora, relazioni sui nuovi regolamenti europei, su radiofarmaci e malattie rare, sulla mobilità sanitaria dei pazienti, per finire con un confronto sulla gestione del budget.
«In proposito, il farmacista ospedaliero è oggi uno dei manager-cardine della sanità italiana, che ha vastissime responsabilità e può arrivare a gestire, nei grandi ospedali, budget che superano i 200 milioni di euro», commenta Cattel. «Si tratta di una figura di riferimento chiamata a coniugare sostenibilità sanitaria e qualità delle cure».
Un percorso che continua
Il prossimo appuntamento del corso è, dunque, previsto in autunno ma il coordinatore non ha intenzione di fermarsi qui.
«L’intento è dare vita a un evento permanente», annuncia, «che non si sovrapponga ad altri appuntamenti di settore e che permetta un incontro tra gli attori che governano e gestiscono la sanità, rappresentando le esperienze e le criticità della farmacia ospedaliera nella sua operatività quotidiana».