Si chiama faricimab ed è bispecifico, ovvero funziona sia in presenza di degenerazione maculare legata all’età neovascolare (nAMD) sia di edema maculare diabetico.
La degenerazione maculare legata all’età neovascolare (nAMD) e l’edema maculare diabetico (EMD) sono tra le principali cause di riduzione grave della vista nel mondo, colpendo soggetti dai 50 anni in su, quindi ancora in piena attività sociale e lavorativa, con grande impatto sulla loro qualità di vita.
Si parla di patologie che colpiscono oltre 40 milioni di persone al mondo. In Italia al momento sono 500 mila, ma si stima che raddoppieranno entro il 2040: ciò sia a causa dell’aumento dell’incidenza del diabete, che per l’invecchiamento della popolazione.
Approvata rimbirsabilità di faricimab
Per questi pazienti è ora rimborsabile anche in Italia l’anticorpo monoclonale faricimab, il primo anticorpo bispecifico capace di operare positivamente su entrambe le patologie. Già autorizzato in oltre 60 Paesi, questo farmaco si utilizza per via intraoculare e va a neutralizzare sia l’angiopoietina 2 (Ang-2), sia il fattore di crescita endoteliale vascolare A (VEGF-A), entrambi coinvolti in diverse patologie della retina favorendo la destabilizzazione vascolare, con conseguente nascita di nuovi vasi permeabili e aumento dell’infiammazione locale.
È quindi in grado di rallentare il processo degenerativo, se non di bloccarlo, e di stabilizzare la condizione della retina. Non solo. Faricimab può essere iniettato ogni quattro mesi, riducendo così il numero di sedute annuali cui si deve sottoporre il paziente: un vantaggio non da poco, se si considera che in molti decidono di sospendere l’iter terapeutico per questioni di carattere organizzativo.
Conferma Francesco Bandello, direttore dell’Unità di Oculistica dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e presidente dell’Associazione Pazienti Malattie Oculari: «le persone con nAMD e DME spesso hanno difficoltà a rimanere aderenti al piano terapeutico, perché, con gli attuali standard di cura, devono frequentemente sottoporsi alle iniezioni intraoculari e fare visite mediche di controllo periodiche.
La mancata aderenza terapeutica mette seriamente a rischio la vista dei pazienti. L’approvazione di faricimab per i pazienti italiani e i loro caregiver, da questo punto di vista rappresenta un grande vantaggio, perché ha un meccanismo d’azione differente che potrebbe migliorare e proteggere la vista nel tempo con un minor numero di iniezioni».
Roche si impegna ad ampliare ricerca in oftalmologia
Data la modalità di azione, non è detto che il farmaco si dimostri efficace anche contro altre patologie della retina. Per questo dall’azienda produttrice Roche sottolineano che «l’approvazione della rimborsabilità di faricimab in Italia è per noi un importante riconoscimento della attività di ricerca, sviluppo e dell’innovazione portata avanti da Roche in questi anni.
Questa decisione da parte di AIFA, ci spinge a continuare sempre di più ad impegnarci in oftalmologia, con l’obiettivo di sviluppare terapie d’avanguardia per preservare la capacità visiva delle persone. Siamo, quindi, orgogliosi di poter rendere disponibile anche in Italia questa ulteriore opzione terapeutica innovativa».