Long Covid, la disfunzione olfattiva potrebbe essere permanente

Affaticamento, disfunzione polmonare, disturbi neurologici, anosmia sono i più comuni effetti a lungo termine del Covid. A oggi si sa poco sul decorso della disfunzione olfattiva associata alla malattia e ancora non è stato del tutto chiarito se il disturbo sia completamente reversibile.

A indagare sulla questione è stato un gruppo di ricercatori dell’Università di Pará e dell’Università di San Paolo, in Brasile, attraverso uno studio osservazionale e trasversale, pubblicato su Jama Network Open e condotto, tra settembre 2020 e ottobre 2021, su 219 pazienti con long Covid e sintomi neurologici, di cui 164 donne e 55 uomini, con un’età media di 43,2 anni.

I test di valutazione

Gli studiosi hanno valutato l’olfatto dei partecipanti tramite il test del Connecticut chemosensory clinical research center, composto da due sottotest: un test di soglia e un test di identificazione degli odori.
Per il primo hanno utilizzato un kit composto da otto flaconi, di cui sette contenenti butanolo in acqua distillata a diverse concentrazioni (0,005%, 0,01%, 0,05%, 0,1%, 0,4%, 1%, 4%) e in acqua distillata.

Per il secondo hanno, invece, predisposto una prova che consisteva nell’identificazione per inalazione di otto sostanze comuni da un elenco di 16 voci.
Hanno, quindi, calcolato il punteggio per ciascuna narice, variabile da 0 a 7, sommando i punti ottenuti nei due test, e poi il punteggio finale facendo la media dei punteggi di entrambe le narici. I partecipanti sono stati così classificati come affetti da anosmia (0-1,75), iposmia grave (2-3,75), iposmia moderata (4-4,75), iposmia lieve (5-5,75), normosmia (6-7).
Inoltre, i ricercatori hanno valutato, attraverso un apposito questionario, l’associazione tra disfunzione olfattiva e compromissione delle attività nella vita quotidiana.

Risultati ottenuti

Nel gruppo di studio, 139 pazienti (63,5%) presentavano una disfunzione olfattiva cronica, mentre 80 (36,5%) normosmia. Il gruppo con anosmia ha riportato più frequentemente, rispetto agli altri sottogruppi, difficoltà nell’igiene personale, nell’assunzione di cibo, nella prevenzione di incidenti provocati, per esempio, da fughe di gas o da alimenti avariati.

«In questa ricerca, la perdita dell’olfatto è stata il sintomo più frequente tra i pazienti con long Covid, osservato principalmente tra donne, adulti e persone non ricoverate in ospedale durante la fase acuta dell’infezione», ha commentato Luiz Fabio Magno Falcão, ricercatore e docente dell’Università di Pará.

«Abbiamo evidenziato che i pazienti con disfunzione olfattiva possono sviluppare grave perdita dell’olfatto anche un anno dopo l’insorgenza dei sintomi, suggerendo la possibilità di sequele permanenti. È stato, infine, rilevato che l’unico fattore di rischio associato al disturbo era la perdita del gusto (ageusia)».

Paola Arosio